Chioggia

Ci alziamo con un po’ di sollecitudine e alle 8,30 leviamo gli ormeggi.
Niente vento e a motore puntiamo su Punta della Maestra. La giornata è calda e afosa come una giornata di luglio qui in alto adriatico, la visibilità limitata dalla foschia.

Vogliamo arrivare a Chioggia prima di sera e dobbiamo percorrere 52 miglia.

Ne approfittiamo per una lavata del pozzetto e anche del ponte, scoprendo così che Moma, sotto quel color “fumo di Londra” che mostrava, è in realtà bianca.

La navigazione procede tranquilla fino alle 13,00, quando il motore comincia ad avere dei cali di giri e a singhiozzare, sino a quando non si spegne del tutto. Ovviamente non c’è un filo d’aria.

Il difetto è identico a quello che pensavamo di aver risolto ieri. Ci ha messo più tempo a ripresentarsi, ma i sintomi sono gli stessi. Le temperature misurate sullo scambiatore, la testata, la pompa C e altre parti del motore sono assolutamente nella norma (max 80°).

Decidiamo di provare con uno spurgo perché crediamo che il problema sia dovuto a un accumulo d’aria. Effettivamente con lo spurgo si sente sfiatare aria e il motore riparte.

Alle 16 il problema si ripresenta. Nel frattempo è comparso un po’ di vento da Est, Sud-Est (poppa piena). Teniamo per un po’ una farfalla, cercando di evitare le culture di mitili, ma non dura. Rispurghiamo e andiamo a motore di nuovo.

Alle 19,00 entriamo a Chioggia e chiediamo ospitalità alla Darsena Le Saline. Le Saline è un porto turistico “smart”, dice la brochure che ci danno. Dove con smart, mi par di capire, intendono che sono così furbi da riuscire a farsi pagare ogni cosa (anche la doccia ghiacciata a 10 cents al minuto).

Pessima manovra di ormeggio fra le bricole, poi cenetta in trattoria.

Ore motore: 1877.

Chioggia
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