Vasto – Punta Penna

Sono tornato a Pescara ieri pomeriggio e fuori dalla stazione ho avuto l’amara sorpresa di trovare il cavo antifurto del monopattino tranciato di netto (solo quello, oviamente). Malgrado il posto sia frequentato e sorvegliato da agenti e telecamere, debbono essere venuti con una tronchese di una certa dimensione, perché il cavo era piuttosto grosso e di buona qualità.

Vabbè, non era un gran monopattino (l’avevo preso con dei punti accumulati in anni d’utilizzo inconsapevole della carta di credito), però faceva il suo lavoro e mi era comodo per muoverni nei dintorni dei porti, che a volte sono lontani dall’abitato.
Sono andato a pagare il marina con gli uffici all’altra estremità del porto a piedi e poi, sempre a piedi, a fare un po’ di spesa di frutta e verdura.

Stamattina sono salpato prestino e verso le 7,30 ero fuori dal porto. Ho issato la randa perché così si fa e per avere un po’ d’ombra sulla barca, ma di vento non se n’è visto neanche un po’.

Una navigazione tutta a motore un po’ monotona. L’unica cosa degna di nota è che questa “Costa dei Trabocchi”, dominata dal massiccio della Maiella, è piuttosto bella ed è un piacere vederla scorrere.

Comunque, da oggi si naviga in modalità “pensionato in ferie”: tappe il meno faticose possibile e rilassate. Non c’è fretta. Non più navigazione “da trasferimento”.

All’una entro nel porticciolo di Punta Penna e ormeggio ai pontili accoglienti del Circolo Nautico Vasto.
Di fronte a Moma è ormeggiata Peter Pan, la barca dell’amico Maurizio, che è di Vasto, ma che però in questi giorni non è qui. Vado comunque a dare un’occhiata e mi pare in perfetto ordine.
Lunghe chiacchiere con la signora che gestisce il bar, cercando di non pensare al caldo e all’afa, poi due passi nel limitrofo parco naturale di Punta Aderci.

Ore motore: 1938

 

Vasto – Punta Penna
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