Si torna a Ravenna

La laguna meritava di passarci molto più tempo, ma abbiamo preso tempaccio e ho passato questi giorni quasi sempre all’ormeggio. Anche ieri fermo qui a Chioggia sotto l’acqua. A fine settimana ci sono le prime presentazioni del libro e oggi è l’unica finestra di bel tempo, da domani ricominciano vento e temporali, debbo approfittarne.

Sveglia alle 5,30 per partire alle 6, la signora della segreteria del marina ha detto di telefonare per lo scambio del braccialetto Rfid e con il libretto della barca: “A qualsiasi ora, non c’è problema.”. Infatti. Dopo la terza telefonata a vuoto , mi reco alla reception a piedi, fuori incontro il marinaio: “È lei che ha telefonato?”. Quindi aveva sentito e se ne era sbattuto. Grazie tante.

Lascio gli ormeggi verso le 6,30 ed esco in mare aperto. Fuori dalla “lunata”, la diga esterna, il mare è piatto come l’olio.

Rotta per 145 gradi a 5 nodi, verso Punta della Maestra.

Dopo una mezzorettta sale un minimo di brezza. Apro anche il genoa, oltre la randa, cosa che mi permette di guadagnare qualche punto, aiutando il motore con una bolinona larga, ma è un’illusione. Dura poco e riavvolgo.

Avvicinandosi alla foce del Po, il mare si riempe di legni, tronchi, rami e altro. Ce ne sono sempre qui, ma oggi sono una miriade, meglio stare un po’ all’erta.

Ogni tanto un refolo increspa l’acqua, ma poi torna uno specchio e il motore lavora senza tregua.

L’unica cosa interessante è che ho sfruttato questa navigazione per impratichirmi dell’uso del radar, cosa che non avevo ancora avuto il tempo di fare.

Alle 17,30 ormeggio al Marinara, quasi casa.

Ore motore: 1898,  gasolio nel serbatoio:  circa 35, miglia percorse nella crociera circa 140.
Quindi circa 30-35 litri di carburante per 31 ore motore.

Si torna a Ravenna
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