Traversata su Leuca

Alle 6 lascio gli ormeggi, sono un po’ in ritardo rispetto ai miei programmi.

In cielo un quarto di luna, Venere e Orione sono luminossimi sul fondo nero, ma a Est una sottile striscia più luminosa comincia a comparire.

Aria praticamente non ce n’è, ma appena scapolo il promontorio a SO di Othonoi arriva il mare. È decisamente più formato di quello indicato nelle previsioni, almeno un metro di altezza dell’onda. Viene da Nord e fa rollare molto la barca; il problema è che mi rallenta e io vorrei arrivare presto stasera.

La destinazione, ho deciso, è Leuca, anche se mi tengo un po’ alto con la rotta.

Verso le 9 il mare si è quasi dimezzato, il sole già scalda e qualche miglio a prua scende verso Sud un traghetto.

Faccio i miei soliti controlli: Le temperature del motore sono regolari (sotto gli 80 gradi lo scambiatore, poco sopra la testata), la marmitta sputazza acqua come deve.

La velocità oscilla intorno ai 4,5 nodi e l’orario previsto di arrivo sono le 16 ora italiana. Sì, perché sto per cambiare fuso orario e quindi guadagno un’ora di luce. Il motore per tante ore intontisce di noia e di rumore, sto sveglio perché l’onda mi sbatacchia di qua e di là, se no …

Si sta alzando un po’ d’arietta da SO, ma non è ancora sufficiente per tenere una bolina. Più tardi dovrebbe diventare da NO, vediamo che fa. Se ne va.
Intanto vado a togliere la bandiera di cortesia greca e predispongo l’italiana.

Il vento vero arriva verso le 14 (ora greca), a circa 16 miglia da destinazione.
Armo la randa con 2 mani e il genova parzialmente rollato. Malgrado le vele ben ridotte, tengo una bolina veloce in rotta, che presto diventa un traversone. Sto quasi sempre sopra ai 6 nodi, con punte di 7. Tengo la randa scarrellata, per diminuire lo sbandamento e quindi lo scarroccio.

A qualche miglio dalla costa il vento va più alla puggia e si ridossa un po’ con la costa, lasco un po’ le vele e mantengo la barca sopra ai 5 nodi fin quasi all’imboccatura del porto. Qui accendo il motore, rollo il genova e chiudo la randa.

Chiamo sul canale 12 del VHF il Marina e poco dopo le 16 (ora italiana) sono all’ormeggio.
Il maestrale soffia forte dentro il porto, scavallando la collina, mi ha abbattuto la prua in retromarcia e per poco non ho fatto danni.

Sono entrato in porto, invece di mettermi alla fonda, perché credo di essermi meritato una pizza e il gommone è già bello stivato sottocoperta.

Ore motore: 2048

 

Traversata su Leuca
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