Con calma stamattina abbiamo lasciato il piacevole ormeggio (anche se un po’ ballerino per la risacca provocata dalle barche di passaggio) dei gentili pellestrinesi e abbiamo risalito il canale di Pellestrina e poi quello di Malamocco.
Navigare per la laguna, in questi “canali” delimitati dalle bricole, nel contrasto fra l’acqua “antica” e la forte antropizzazione, ma anche quella antica, delle bricole, delle palafitte e delle casette coloratissime sulla riva è davvero un piacere.
All’ora di pranzo abbiamo dato fondo a sud-ovest dell’isola di Poveglia. Siamo anche stati un po’ troppo fiduciosi e ci siamo anche insabbiati. Poca cosa risolta con un po’ di spinta del motore, ma bisogna ricordarsi che lì ci sono pochi metri con profondità sufficiente e quindi occorre stare a ridosso dell’isola (il che vuol dire ancorare solo con venti da nord).
Con l’occasione abbiamo sperimentato per la prima volta la nuova linea di ancoraggio. L’ancora ha preso subito su un fondo di sabbia e alghe e la mia impiombatura fra cima e catena passa comodamente nell’occchio del salpa ancore, sia in andata che in ritorno e il barbotin gestisce bene sia la catena da 8 mm, che la cima a tre trefoli da 14 mm.
Dopo pranzo abbiamo percorso il canale di Santo Spirito e raggiunto il Canal Grande, arrivando fino al Palazzo Ducale e a Piazza San Marco.
Lì abbiamo fatto dietro-front e abbiamo raggiunto la base nautica della Lega Navale di Venezia a Malamocco, che ci ospiterà per qualche notte.
Domani dovrebbe arrivare una fortissima perturbazione, sarà meglio fare i turisti con i vaporetti.
Ore motore: 1884