Siamo arrivati ad Ancona ieri sera.
Accanto a me c’è Matteo, giovane amante del mare e della vela che, per fare esperienza, è disposto a comprimersi negli spazi risicati di Moma.
Mi spiace per lui (e il suo metro e novantacinque), ma a me fa piacere avere qualcuno con cui condividere un po’ le gioie e le fatiche della navigazione.
Dentro di me, invece, c’era l’ansia per quello che avrei trovato ad Ancona, vista la “bomba d’acqua” (come l’hanno chiamata i giornali) caduta giovedì scorso sulle Marche e il vento fortissimo (anche forza 9) che si era abbattuto questo sabato.
Temevo l’allagamento (ci sono ancora alcune vie d’acqua da sistemare – soprattutto dalle sartie e dal portellone) e la rottura della capotina, che avevo lasciato alzata proprio per proteggere un po’ il portellone.
Invece, per fortuna, tutto a posto. Malgrado l’acqua e gli oltre 100 km all’ora del vento, Moma stava benissimo. Le cime di ormeggio un po’ più lasche, perché sicuramente erano state strattonate, ma null’altro da notare.
Stamattina ce la siamo presa un po’ comoda e siamo usciti dal Marina Dorica alle 8,20.
Poca aria, poco mare, motore.
Durante tutta la mattina ancora poca aria e quasi in bocca. Un paio di tentativi di vento in crescita, che permettevano un po’ di bolina, ma nulla che durasse.
Verso mezzogiorno, tento di riavviare il motore perché a vela non si andava, ma il motore non vuole partire.
Controllo le batterie, ma il problema non è lì (le batterie sono cariche, il motorino di avviamento gira), ricontrollo tutti i livelli, per trovare indizi. Nulla. C’è acqua nello scambiatore, olio motore e olio invertitore.
Niente da fare. Gasolio ce n’è. il pre-filtro del gasolio è pulito.
Intanto che la barca procede alla meno peggio con un po’ di bolina, decido di tentare con uno spurgo.
Con un minimo di difficoltà, al secondo tentativo riesco a eseguirlo come si deve e il motore riparte.
Insieme allo spurgo ho anche stretto una fascetta su di uno dei tubi del gasolio, che mi sembrava lenta.
Quale sarà stata determinante delle due azioni non è certo, ma intanto va.
Verso l’avvicinamento a Fano, però, il motore riprende un po’ a singhiozzare, ancora come se gli mancasse il carburante.
Abbassiamo un po’ la velocità, così che la richiesta di carburante sia un po’ minore, e il motore si comporta meglio, accompagnandoci in porto al Marina dei Cesari poco dopo le 16.
In porto, quando il motore si è raffreddato, ricontrollo tutto il circuito di alimentazione, stringendo tutte le fascette e le viti sui raccordi. Qualcosa non stretto bene e da stringere c’è. Vedremo domani se abbiamo serrato tutto ciò che poteva far entrare aria.
Viene a salutarci Francesco della barca Corrente.
Corrente è una bella Alpa 8.25, che staziona permanetemente a Fano e che l’anno scorso, prima di trovare Moma, sono stato a un soffio dal comprare.
L’affare non si è concluso, ma con Francesco è rimasta una simpatia, per cui l’avevo preavvertito telefonicamente del nostro arrivo.
Io gli accenno un po’ delle mie disavventure e Francesco mi racconta che anche lui ha dovuto sostituire il motore nei mesi scorsi.
Insomma, anche se avessi acquistato Corrente, i miei problemi con il motore non sarebbero stati piccoli.
Per fortuna non sono superstizioso e non credo al destino, se no ci sarebbe da preoccuparsi.
Ore motore 1847: miglia 25.