
Alle 11 circa leviamo l’ancora e ci spostiamo di circa 500 metri, nella sottobaia Est della stessa Ambelakia.
Come speravo, in tanti se ne sono già andati e c’è solo l’imbarazzo della scelta fra gli ormeggi disponibili.
Ne scelgo uno sul fondo della baia, orientato per Ovest, che è da dove dovrebbe arrivare vento prima di sera, così dovrebbe entrare vivace in barca e rinfrescarci.
Do fondo in 1o metri d’acqua e porto due cime a terra, a circa una dozzina di metri, con 4 metri di acqua trasparente sotto la barca e gli alberi di ulivo che sporgono dalla riva.
Non voglio sbagliare, ma in questo stesso punto mio cugino Roberto restava ormeggiato giorni e giorni. D’altronde abbiamo preso posto fra un motoscafo e tre barche a vela che, da come si presentano per i teli ombreggianti esposti, debbono essere qui da settimane.
Potremo pure restare anche noi un giorno, o più di uno, qui a oziare?
È un caldo feroce, ma sotto il tendalino alla ricerca di un filo d’aria o a mollo nell’acqua limpida ce la possiamo cavare egregiamente e combatterlo.
Personalmente debbo solo stare attento alla pressione, che con sto caldo cala pesantemente e rischia di affaticarmi il cuore. Ho già sospeso la pillolina con cui a casa la tenevo sotto controllo perché al contrario non crescesse.
Per cena ci prepariamo un piatto di mezze penne condite con zucchine e melanzane al tegame, ma il tutto raffreddato, che a mangiare piatti caldi non riesco nemmeno a pensare.
Non rinfresca nemmeno la sera e una piccola passeggiata sulla strada che costeggia la baia ci fa sudare quasi come dí giorno. Ma non è un problema della Grecia, i bollettini raccontano di temperature molto sopra le medie in mezzo emisfero. Poi sui media ti raccontano che il riscaldamento globale non esiste.
Miglia percorse: nessuna (e non le percorreremo neanche domani, abbiamo deciso).