Anniversario, lavoretti e sorellina

Esattamente un anno fa, il giorno del mio settantunesimo compleanno, ho effettuato il bonifico con la caparra per l’acquisto di Moma al precedente proprietario. La stipula notarile è stata qualche giorno dopo, ma da quel giormo Moma è diventata la mia barca.
Possiamo dire, quindi, che oggi è anche l’anniversario della nostra vita assieme.
Buon anniversario Moma! 🥂

A festeggiarci sono venuti, a pranzo e dopopranzo, 4 amici e due futuri marinai di 17 mesi che, in attesa di essere in grado di cazzare una cima, hanno molto apprezzato la “pinza”, tradizionale dolce bolognese di pastafrolla e “mostarda bolognese” (confettura di cotogne, prugne, pere, etc.) trasformando Moma in un’unica briciola.🙂

Intanto, da quando sono arrivato a Ravenna, tutti i week-end sono qui a studiare, sistemare e fare lavoretti.

Ho sostituito le cime d’ormeggio, quelle che c’erano a Santa Teresa erano vecchie, mezze strappate (con la risacca che c’era lì, s’erano spaccati anche i molloni d’acciaio) e dure, imbaccalite.
Adesso ci sono delle cime “quadre” (cioè formate da 4 coppie di legnoli) di 14 mm di diametro.
Sono molto fiero delle mie gasse impiombate, che le impiombature sulle cime a otto legnoli non le avevo fatte mai.
Ho guardato non so quanti video in tutte le lingue su YouTube per imparare. Non sono banali.

Ho sostituito altre cime, dato una sistemata ai gavoni e a tutta la ferramenta che stava in barca, buttato tante cose, ma tanto ancora c’è da buttare.
Lavorato molto sull’impianto elettrico, smontato e sostituito le valvole d’ingresso e uscita della pompa dei lavandini che s’era rotta, eliminato perdite d’acqua, sistemato/sostituito le cerniere di porte e sportelli, sostituite lampadine fulminate e quelle di cortesia delle cuccette con lampade a LED.
M’è toccato sostituire anche guarnizioni e valvole della pompa del WC (è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare).

Il lavoro più duro è stato riparare il coperchio del serbatoio dell’acqua dolce in sentina (la verniciatura interna era ancora abbastanza in ordine).
L’ho faticosamente smontato, portato a Giovanni di “Vernici Marine” (a poche centinaia di metri da qui), che mi ha ri-resinato tutto il bordo semidistrutto, e rimontato poi con viti e sigillatura in Sikaflex 291i.
Il precedente proprietario aveva usato il maledetto silicone. Il problema del silicone, oltre a ritirarsi e staccarsi e quindi a non sigillare più, è che dove l’hai utilizzato una volta non attacca più nulla. Quindi ho dovuto raspare duramente tutta la superficie di contatto per poter usare il sigillante nuovo.

Nel porto, a pochi metri in linea d’aria da Moma, c’è un altro Moana 27 (Geronimo) .
Scafo e armo sono stati acquistati dai Malingri, ovviamente, ma tutti gli interni e le finiture son state realizzati dagli armatori.
Gli interni sono totalmente ripensati rispetto a quelli di Moma (la barca ha 5 anni di meno).
Il bagno sta fra la prua e la dinette e ingloba l’albero passante, Il resto è praticamente un open-space, compresa la cuccetta di quarto (a destra). Ci sono vantaggi e svantaggi in questa sistemazione.
Non mi è piaciuta però la scelta di non fare gli oblò laterali, per cui la luce entra solo dai passi d’uomo a soffitto.

Comunque, ridendo e scherzando, con quella barca i proprietari modenesi, anni fa, hanno navigato dal Mediterraneo all’Oceano Indiano e da lì fino alle Madlive, dove hanno sostato un po’ di anni prima di tornare, collaborando a un’attività turistica e di diving.
Quando ti dicono che i Moana, anche i piccoli, sono nati per la navigazione d’altura non scherzano.

Anniversario, lavoretti e sorellina
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