Candelette, fili, vele e borose

Giovedì 18 mattina il motore non voleva partire. Dopo 2 o 3 prove dando corrente a mano alle candelette, alla fine, è partito, ma così non è affidabile, richiamo Pisani. “Ma la candeletta cambiata era quella giusta?”, “Credo di sì. Ma non è un problema di compressione?” “è impossibile, il problema dev’essere nel circuito delle candelette. Cerco il relais originale.”.

Va bene, intanto facciamo altro.
Avevo già armato la randa nuova, inserisco le stecche, per provare davvero a issarla e per sostituire le borose, che forse non sono più di misura e, comunque, sono vecchie e consunte.

Per fortuna che ho fatto queste prove comodamente all’ormeggio e senza quasi vento.
La randa sale, ma non ha nessuna intenzione di scendere. I cursori si incastrano nella rotaia, soprattutto in corrispondenza delle stecche e non scorrono più neanche a piangere.

Giovanni, che contatto telefonicamente, chiede al suo amico Lucio di aiutarmi. Lucio è un esperto velista, che in questo periodo vive nella sua barca, un metro più lunga della mia.
Arriva con il suo banzigo e decide che in testa d’albero a liberare i garrocci debbo andarci io che sono più leggero.
Ok. Facevo anche a meno, ma non è la prima volta.
Facciamo un primo tentativo, ma poi ci viene un’illuminazione: se uno cazza la drizza verso l’alto strappando un po’ e l’altro tira verso il basso la vela e la scuote fortemente, forse i cursori si liberano.
Funziona. Pian Piano riusciamo a portare giù la vela e a piegarla.

Però la vecchia randa è comunque rotta.
Lucio chiama il velaio a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio (40-50 km da qui). Sarebbe in ferie, ma nel pomeriggio può fare un salto in laboratorio per la riparazione.

Decido, comunque, di provare almeno il motore un altro po’ e Lucio accetta di uscire con me e rompersi le scatole per un paio d’ore di motore fuori da Roccella.

Nel pomeriggio, con la macchina di Giovanni, andiamo dal velaio Barbuto, che mi ripara la randa e mi spiega perché l’altra non scorre (me l’ero portata da fargli vedere): ha i grilli in nylon che collegano i cursori troppo lunghi.
Occorre sostuirli con altri più corti (che non ha e siamo in agosto) o meglio cucire i cursori con della fettuccia (non si fa in un momento e siamo in agosto).

Grazie Lucio per la solidarietà da vero marinaio.

Venerdì: il caldo è soffocante e non si riesce a lavorare. Giornata di prove con il motore, lavatrici e pulizie varie.
Sono passati a trovarmi Daniele e Andrea di Brancaleone (ogni tanto mi chiamano per sapere come sto).
Qualche giorno fa una barca a vela di migranti ha spiaggiato lì da loro. Hanno provveduto loro a disincagliarla, che la Guardia Costiera non riusciva ad avvicinarsi abbastanza per il poco fondo.
Sono venuti a presentare domanda per avere quella barca in concessione d’uso. Non potendole vendere, in attesa della definizione giudiziaria, la Guardia Costiera a volte le dà “in affido” ad associazioni varie.

Oggi: Mi chiama Pisani di mattina. “Non accendere il motore, che arrivo e vorrei trovarlo freddo per fare le giuste prove”.
Arriva con tutta la scatola che contiene il relais originale, 2 candelette nuove e tutti gli attrezzi, pronto a sostituire ogni cosa.
Però, prima vuol vedere che candelette ha installato quell’altro meccanico.
Apre il vano motore, dà un’esclamazione e mi mostra il filo che dovrebbe alimentare le candelette. È completamente staccato!!

Avevo voglia io a far lavorare il relais 2 o 3 volte, o poi a tenere premuto il pulsante 10-20-30 secondi.

Collegato il filo, 10 secondi di candelette e il motore parte senza problemi.
Non commento.

Mi lascia, comunque, il relais con la sua scatola (consiglia di ripristinarlo), le candelette nuove di scorta e una chiave a tubo del 13 assottigliata da lui, perché la normale 13 non entra nella sede del motore. (Non si sa mai.)

Rimasto solo armo due nuove borose, ricavate da una vecchia scotta inutilizzata, ma in ottimo stato.

Riprovo ad accendere il motore altre 2 volte nel corso della giornata. Partenza al primo colpo.

(Ore motore: 1737 – Gasolio litri 40 circa)

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