Sotto shock

(Pubblico questo pagina del giornale, e le successive, con quasi una settimana di ritardo, ma sono stato alcuni giorni sotto shock emotivo e ho dovuto riprendermi.)

Alle 5 di mattina lascio Porto Bolaro, come previsto, dopo una giornata di riposo. Caffè sul fuoco e via.
Armo la randa, nella speranza di un po’ di vento sufficiente a navigare un po’ a vela, ma rimane una speranza. Un po’ d’aria va e viene, ma mai da riuscire a navigare davvero.

Prima delle 10 sono già in vista di Bova Marina. Potrebbe essere un luogo adatto a sostare alla fonda per la notte, ma è troppo presto. Posso tranquillamente proseguire fino a Roccella Ionica, arrivando per le 18, anche se una tratta così lunga è faticosa. Decido di proseguire, come preventivato.

Passa poco tempo e, improvvisamente, il motore si spegne. !!

Prima di provare a riaccenderlo, controllo la sentina sotto il motore.
Bianca, pulita, come l’avevo pulita io dopo il reimbarco.
C’è un po’ d’olio, invece, dietro il motore, sotto l’invertitore, dove però non avevo pulito.

Chiamo Pisani, lui mi indica come fare uno spurgo del gasolio (il serbatoio è intorno ai 50 litri): che non ci sia stato una bolla d’aria o o un po’ di morchia?
Mi dice di riaccendere e controllare se non ci sono fuoriuscite d’olio dallo sfiato dell’invertitore o del motore.

Non ci sono. Quel po’ di olio che ho visto deveva essere precedente, ma noto una perdita d’acqua da un raccordo sul riser. Pisani ritiene giusto chiuderla.

Mentre la barca procede con un filo di vento con un lascone a 1,5-2 nodi tento di chiudere questa perdita, ma la fascetta è deformata, non ne ho di ricambio ed è posizionata in un posto praticamente irraggiungibile con un cacciavite. Alla fine ci riesco giuntando 2 fascette insieme.
Sono passate quasi 2 ore e il vento è sceso a zero.

Riaccendo il motore e aumento un po’ il gas per far entrare in funzione l’alternatore.
Immediatamente il motore parte a un numero di giri spropositato, dallo scarico esce un intenso fumo blu, porto a zero la leva dell’acceleratore e intercetto il gasolio, ma dal motore arriva il rumore fortissimo d’uno schianto !!

Col cuore in gola, scendo a vedere cosa è successo, ma dall’angoscia ho le allucinazioni: credo di vedere l’asse dell’elica che ruota staccato dal motore. Risalgo, mi calmo un momento e torno giù.
Non è vero, l’albero motore e l’asse sono in ordine, ma tutto il vano motore è ricoperto dagli schizzi neri dell’olio, il filtro dell’olio è stato sparato fuori, portandosi dietro il pezzo del motore a cui era avvitato. Il monoblocco è spaccato, tutto l’olio è in sentina.

Chiudo tutto e risalgo in pozzetto. Sono sotto shock e non ne voglio sapere nulla.

Non c’è vento, le vele manco si gonfiano. Pisani mi dice di andare a Roccella e di avvisarlo quando arrivo. Lui ha già allertato una persona in loco per darmi assistenza.
Ma senz’aria, per arrivare a Roccella mi ci vorrà un’intera giornata. In 4 ore avrò fatto, sì e no, 2 miglia.

Passato Capo Spartivento un po’ d’aria comincia ad arrivare, ma in bocca piena, dovrò fare dei bordi stretti, allungando di molto la navigazione.
È ormai pomeriggio inoltrato, chiamo il porto di Roccella e mi dicono che avrò vento contrario in crescita, mi consigliano di tornare a Reggio Calabria, altrimenti possono darmi il numero d’un peschereccio che fa anche il traino, ma sono robe costosissime.

Mi avvio verso Reggio, ma sono stanco morto e depresso. Non me la sento davvero di affrontare la corrente dello Stretto di notte e senza motore.

Chiamo Nautica Brancaleone a Brancaleone Marina (ci sono praticamente davanti).
Se voglio ancorare davanti alla loro sede lungo la spiaggia, mi dicono, il fondo è adatto a un buon ancoraggio e anche se la baia è aperta non si prevedono pericoli.
Vengono loro a trainarmi nel punto giusto per dar fondo. Incredibilmente gentili.

Do fondo in 6 metri d’acqua, ma con la catena stesa mi trovo a soli 2,5 metri e Moma pesca 1 metro e 60, Il fondo di sabbia però sembra buon tenitore. Va bene così.

Sono stanco e voglio dormire, ma è difficile, perché l’onda lunga fa ballare insopportabilmente la barca sbalzandomi da una parte all’altra della cuccetta di prua.

(Ore motore: 1730)

Sotto shock
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