In attesa a Preveza

Consulto il meteo di Predictwind e Poseidon più volte al giorno,  ma non ci sono cambiamenti significativi. Resto in attesa di una “finestra” che mi permetta di risalire.

Nel frattempo l’amico Giancarlo, che da Lefkada aveva puntato a Nord, mercoledì si era fermato a dormire nella baia delle due rocce (Ormos Skala per i greci) e lì aveva deciso di fermarsi un giorno in più. Fatto sta che la seconda notte l’ha passata in bianco per il vento e soprattutto l’onda che entrava in baia.
Così prima dell’alba di venerdì ha deciso di venire a ripararsi dal vento che stava arrivando qui a Preveza.

Mi aveva contattato per aiutarlo a trovare un ormeggio, ma non ero riuscito far nulla, anche il marina non aveva posto, allora, quando è arrivato, abbiamo ormeggiato la sua barca in una zona charter, convinti che l’avrebbero cacciato, ma dicendo “proviamo”.
È andata bene. Il responsabile di quell’ormeggio è stato estremamente comprensivo e, avendo la possibilità di far stare una barca in più avvicinandone altre, gli ha permesso di rimanere. Giustamente Giancarlo l’ha ringraziato con una bottiglia di vino.

Intanto nel pomeriggio il vento è cresciuto e ha cominciato a rafficare. Uno dietro l’altro sono passati diversi temporali, che hanno scaricato acqua ed è montato parecchio il mare, pur essendo all’interno di questo bacino protetto.

L’inglese mio vicino d’ormeggio aveva messo una sua cima sulla bitta dietro a Moma e questa cima batteva e strusciava sulla struttura della mia plancetta di poppa (avrei potuto questionare, ma non è nella mia natura). Lì avevo legato come d’abitudine un paio di grossi parabordi per evitare di sbattere contro il molo con la risacca.
A forza di sfregare la cima deve avere allentato il nodo parlato di uno dei parabordi e così questo è sparito. Quando me ne sono accorto, l’ho cercato per tutto il molo, ma non ne ho trovato traccia. Se qualcuno l’ha raccolto, se l’è tenuto.

La sera con Giancarlo abbiamo cenato nella solita taverna che frequento quando sono a Preveza, poi siamo tornati in barca a riposare.
Alle 3 di notte vengo svegliato da rumori di sbattimento e movimenti inconsulti della barca.
Esco rapidamente e, come me, anche i miei vicini a destra e a sinistra. La risacca è diventata fortissima, c’è il rischio che ci sbatta in banchina e che provochi grossi danni.
Allentiamo significativamente gli ormeggi di poppa delle barche e recuperiamo catena dell’ancora, così da allontanarci dal molo.
Dobbiamo anche cercare di mantenere sfalsati gli alberi, così che un rollio forte non li faccia incrociare e non provochi rotture.

Intorno alle 4 la risacca sembra attenuarsi. Si può ragionevolmente pensare di recuperare un po’ di sonno, chi all’interno e chi in pozzetto.

Stamattina alle 9 arriva l’autobotte del gasolio, con cui ci eravamo accordati ieri. Metto 40 litri.
Poi accompagno Giancarlo, che ha bisogno di alcuni ricambi idraulici e per la randa dal chandler qui vicino. Visto che ci sono ricompro il parabordo mancante.
Adesso i parabordi, oltre al parlato, sono legati anche con una gassa supplementare.

Faccio la spesa e passo la giornata in lavoretti.
Alla fine la zucca è ancora lì da cucinare, ma stasera non ne ho voglia e preferisco un buon cavolfiore e sapete che faccio? È stata una bella giornata di sole, ma io stasera mi metto pantaloni lunghi e un maglioncino e la copertina per il letto l’ho già tirata fuori.

Gasolio nel serbatoio: circa 75 litri.

 

In attesa a Preveza

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