Quando ho “preso possesso” per la prima volta di Moma c’era un tempo da lupi.
Il 26 novembre 2021 sono arrivato a Santa Teresa di Gallura di mattina, proveniente dal traghetto di Olbia, con un quintale di cose da scaricare, accompagnato da un bel sole, anche se il tempo era ventoso. Ma vabbè, alle Bocche di Bonifacio il vento tira sempre, non era quello che mi preoccupava. Piuttosto lo era quella pioggia che aveva cominciato a cadere, malgrado il sole fosse ancora lì. Stavano arrivando anche le nuvole.
Non ho fatto in tempo a raggiungere la barca, a scaricare il tutto e a riparcheggiare la macchina, che il tempo è cambiato del tutto. In tre giorni di permanenza è venuto giù di tutto, acqua, nevischio e grandine in abbondanza. Il vento uluva costantemente e quando ho lasciato la Sardegna, i rilievi erano completamente innevati e altrettanto quelli della Corsica.
Metà dei miei progetti per quel week-end erano stati letteralmente congelati.
Per fortuna, comunque, che ero venuto, perché qualcuno (probabilmente gli addetti del marina, che avevano l’incarico di arieggiare periodicamente la barca) avevano lasciato aperto l’oblò sopra al tavolo da carteggio e la barca era un disastro. Piena d’acqua, con un sacco di roba bagnata e parecchie cose rovinate. Nulla di irreparabile, per fortuna.
Avevo già visto che l’ordine e la pulizia non erano la maggiore virtù di Daniele, il precedente proprietario; questo, unito all’acqua, aveva reso la barca veramente poco ospitale e così ho passato tre giorni a pulire, ad asciugare, a buttare roba che non serviva, a inscatolare cose da portar via, etc.
Non proprio il massimo come primo contatto con quella che dovrà essere la mia nuova casa per diversi mesi l’anno, ma già dalla prima notte era ridiventata abitabile. Ho dormito bene, complice anche la stufetta elettrica collegata alla 220 del pontile, che aveva creato un po’ di comfort, e la mattina ho ricominciato il lavoro di buona lena.
Nel vuotare e riempire nuovamente i gavoni e ogni altro spazio, ho cominciato a prendere famigliarità con questa bella barca. Ne ho fotografato tanti particolari, preso misure, studiato passaggi di cavi e angoli nascosti. Purtroppo quasi solo all’interno, perché fuori il tempo mi ha dato tregua solo per brevi momenti.
Ho sistemato giusto un po’ di cime sull’albero e rinforzato l’ormeggio con uno spring, che il vento continuava ad abbattermi sulla barca a fianco, un piccolo, vecchio Colin Archer.
Adoro i Colin Archer, con la poppa a “vasca da bagno”, che ti da senzazione di vecchia marineria e robustezza.
Stavo per acquistarne uno il settembre scorso, poi avevo notato che aveva un un sacco di acciacchi di vecchiaia e, con dispiacere, avevo rinunciato.
Per fortuna fra gli annunci era poi comparsa Moma.
Comunque, ora sono cosciente della quantità di lavoro che dovrò affrontare per adattare la barca ai miei standard e all’utilizzo che ne voglio fare. È tanto, ma ce la posso fare.
Fra qualche giorno farò una nuova incursione e spero di portarmi avanti e, magari, fare anche una breve uscita in mare e verificarne le prestazioni sotto vela.