Porto Gaios a Paxos, con temporali

Verso le 9 lascio Preveza. Appena sono fuori dalle boe rosse e verdi del corridoio d’ingresso, mi rendo conto che volevo anche fare gasolio (ci dovrebbe essere un distributore al Marina Cleopatra). Ormai non sto a tornare indietro, non ce n’è rimasto tanto nel serbatoio, ma sufficiente a trovare un altro luogo di rifornimento e poi ho una tanichetta da 10 litri di scorta dallo scorso anno. Dovrei usarla.

C’è un po’ di vento da est e armo la randa prendendo una mano di terzaroli per precauzione. È previsto un aumento di vento e forse anche temporali, ma la giornata è bella e con questo vento vorrei arrivare a Parga.
Procedo comodo con un traverso, che diventa bolina larga, a una velocità variabile fra i 4,5 e i 5 nodi. C’è un po’ di onda lunga dal largo, ma non è un problema.

Passato mezzogiorno il vento gira, rinforza e comincia a rafficare. Sopra di me una nuvola nera, ma non è gran cosa.
Spaventosamente nera è invece quella massa compatta che si alza dal mare fino alle nuvole alle mie spalle (direi sopra a Lefkada). Chissà se ha intenzione di venire fin qua. Sta sparando tuoni e fulmini in continuità.

Ma anche sopra a Parga si sta addensando una coltre densissima e la costa sta addirittura scomparendo.
Sopra le isole di Paxos e Antipaxos, invece, il cielo è poco nuvoloso. I temporali sembrano, come tipico, restare sulla costa. Decido di dirigermi lì. Ci vorranno un paio d’ore in più, ma spero di non prendere in pieno i temporali peggiori.

Invece me li prendo. Il mare monta moltissimo e debbo tenere un lasco faticosissimo. Rimpiango di non averne prese due di mani, con raffiche di 17-20 nodi di apparente. Gustavo ha dato forfait e debbo timonare io, cercando di evitare la straorzata sull’onda e al tempo stesso la strambata all’onda successiva.
Vorrei evitare di spaccare l’attrezzatura, ma purtroppo un paio di strambate violente non riesco proprio a prevenirle.

Intanto sul VHF la stazione costiera cerca di contattare una barca che ha lanciato il mayday. Io non sento la barca, ma solo la stazione.
Alla fine riesce a riprendere il contatto, la sento chiedere coordinate, situazione a bordo, numero delle persone e altre informazioni utili ai soccorritori. Non so come va a finire, spero bene, ovviamente, ma non è incoraggiante ascoltare di un mayday, mentre sei lì sferzato dalle raffiche.

Dopo un paio d’ore vento e mare si sono un po’ attenuati, ma un nuovo fronte temporalesco si è formato proprio sopra Paxos e mi investe. Questo è più dolce, ma in compenso scarica un botto d’acqua. Gustavo riesce di nuovo a timonare e riesco ad approfittarne per indossare i pantaloni della cerata, che avevo messo solo la giacca e il Nord-Ovest. Sto decisamente più caldo.

Intanto scopro che la borosa della mano ha ceduto e la randa (chissà da quando) non è più armata come si deve. Vado all’albero per sistemarla e mi accorgo di un problema più serio: non c’è più il lazy-jack di sinistra. Si deve essere spaccato in una delle strambate.
Quando l’avevo installato avevo utilizzato dei golfarini già esistenti sul boma, sostituendo quelli che non mi sembravano in ordine. Avrei dovuto sostituirli tutti, accidenti. Uno dei vecchi golfari ha ceduto.

Di per se non è un gran danno, mi bastano due rivetti per sostituirlo, ho tutto quel che serve. Il problema è che la cimetta adesso è avvoltolata lassù alla seconda crocetta. Come faccio ad andare in testa d’albero con il bansigo a riprenderla? Ci vogliono altre due persone alle drizze.

Verso le 17 entro a Porto Gaios insieme ad altre due barche che provengono da Nord. Sono quattro o cinque metri più lunghe della mia, con un equipaggio numeroso, il bimini aperto e, mi sa, che hanno preso solo questo temporalino piovoso finale. Io sono fradicio come un pulcino. La pioggia batte ancora, ma siamo ridossati.

C’è posto in banchina in paese, ma c’è scritto che la mattina gli ormeggi debbo essere lasciati entro le 10.
Credo di aver messo la catena della mia ancora sopra a quella del vicino, ci accordiamo per salpare assieme domattina.

Risistemo la barca, metto ad asciugare il possibile e faccio due passi per il paese, che è sempre bellissimo. Adesso che non c’è più tanta gente come in luglio e agosto è piacevolissimo. Sulla bocca Sud del porto (quella che le barche a vela non usano perché non ha profondità sufficiente) il sole illumina moletto e fanali.

Ore motore:2021

 

Porto Gaios a Paxos, con temporali
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