Partenza poco dopo le 6, con rotta per 275 gradi, verso Termoli. Arrivo previsto, vento permettendo, dovrebbe essere verso le 16. Ma dalle previsioni pare che mi troverò con vento in bocca, avvicinandomi alla meta.
Verso le 7 tento di risalire di bolina un po’ di vento che si è alzato, ma è troppo debole e debbo rinunciare.
Barche all’orizzonte nessuna. In questi giorni ne ho incrociate davvero poche. Segno, ancora una volta, che gli italiani navigano solo in luglio e agosto.
Ieri a Rodi il supermercatino del porto era chiuso, con gli scaffali che apparivano mezzi vuoti attraverso i vetri. Il marinaio di Vieste mi diceva che lavorava da solo, perché non c’erano più barche in transito.
Eppure settembre è un mese bellissimo per navigare e tanti navigatori sono pensionati, quindi indipendenti dai tempi del lavoro.
All’orizzonte compaiono i primi allevamenti ittici.
Ce ne sono tanti in questo tratto di mare. Sulle carte sono segnati, ma bisogna tenere gli occhi aperti, perché è facile trovarseli davanti e rischiare di finirci in mezzo.
Ci dovrebbero essere dei miragli gialli con la croce di Sant’Andrea sopra a delimitare l’area, ma qui non ricordo ci fossero neanche in anni precedenti.
Alla fine ne ho visto uno all’estremità più a N dell’area e un altro paio più avanti.
Passate le 10, con le Tremiti quasi al traverso, in tutto il loro splendore, da sinistra si è avvicinato alla barca un piccolo branco di delfini. Ma evidentemente non gli interessavamo più di tanto, perché si sono allontanati subito.
Passate le 13 si alza un po’ d’aria da E (poppa piena), che cresce dolcemente e mi permette di spegnere il motore e avviarmi alla meta di solo genova a 4-5 nodi di velocità.
Mi dirigo al nuovo Marina di San Pietro. Ho prenotato stamattina.
Piuttosto organizzati, mi hanno chiesto di avvisare sul canale 13 del VHF mezzo miglio prima del porto e, se debbo fare rifornimento di carburante di dirlo e farlo prima dell’ormeggio.
Non capisco, ma mi adeguo (diceva quello). Comunque fa piacere parlare con gente che ha le idee chiare su cosa serve.
L’ingresso al marina è fra il fanale rosso e il giallo, comunque tutte le istruzioni mi saranno date sul VHF.
Il distributore di carburante è infilato in posto così stretto che se ci entri con vento forte, come oggi, non è detto che riesci a uscirne. Probabilmente in quel caso il tuo ormeggio non riesci più a raggiungerlo. Ecco perché va dichiarato prima.🙂
Ieri, mi raccontava l’addetto, è entrata una barca di 18 metri, non sapevano come farla uscire. C’era appena lo spazio per far ruotare la mia che è di 10 metri in meno.😳
Il posto del carburante è lo stesso che c’era 15 anni fa. Lì c’erano un pontile o due di proprietà di una famiglia di privati. Un posto un po’ “scrauso”, ma loro erano capaci.
Ci ho lasciato la cara Moll Flanders 20 giorni, perché non riuscivo a venir via. Venivo in treno da Bologna il fine settimana, ma c’era sempre maestrale forte e 2 metri d’onda. Impossibile da risalire per me, da solo.
Beh, il nuovo Marina di San Pietro, dove sono ora, è sempre di quell’azienda famigliare, che nel frattempo s’è ingrandita.
Ore motore: 1811, miglia 41. Carburante: 44 l. aggiunti = Più di 70 litri.
Ho fatto un po’ di controlli dei livelli dei liquidi del motore:
Olio motore: a metà fra minimo e massimo. Rabboccato.
Olio Invertitore: Al massimo e pulito.
Liquido scambiatore: Scarso (Ho l’impressione che sul coperchio superiore del motore ci sia più “bianco” di prima. Possibile che ci sia stato uno sfiato dalla valvola per surriscaldamento? Rabboccato con acqua e pulito bene il coperchio. Così un eventuale altro sfiato dovrebbe lasciare segni visibili certi.)