
Leviamo gli ormeggi e ci dirigiamo alla banchina comunale, dove c’è il piazzale con quello che credo sia il vecchio ex mercato del pesce. Lì ci sono i rubinetti per l’acqua e sono gratuiti.
C’è un posto libero sull’angolo esterno del lato Sud. Ormeggiamo lì con l’aiuto di un velista romano che gentilmente ci prende le cime, dato che il maestrale è già piuttosto forte.
Riempiamo il serbatoio dell’acqua, che ormai stava per finire, poi compriamo due cose al supermercato di fronte e “spinach pie”, “cheese pie” e “potato pie” dal vicino fornaio per il pranzo.
È ora di partire.
Per uscire dalla baia di Argostoli dobbiamo affrontare 20 nodi di maestrale dritti in bocca, ma sono solo un paio di miglia, poi possiamo poggiare e trovarci con il vento in poppa.
Così è. Apriamo il solo genova e scendiamo il grande canale con un gran-lasco, con un vento apparente di NO di circa 14 nodi e una velocità nostra di circa 4.
Quando ci immettiamo nel canale fra Cefalonia e Zante, il vento rinforza e vira da Ovest.
Cresce anche l’onda, che adesso entra dal mare aperto, ma è cavalcabile e ci spinge.
La velocità aumenta in proporzione, navighiamo a lungo a 6 nodi, con punte oltre i 7, sempre di solo genova al gran lasco, che diventa lasco.
Mi chiedo più volte se ridurre la tela per non forzare troppo l’attrezzatura, ma lo faccio solo a poche miglia dall’arrivo, scapolando il promontorio di Agio Skinari.
La realtà è che è una veleggiata splendida e non voglio modificala. È veloce, senza altre barche in vista e con questo vento fresco, tanto da tenere addosso anche una giaccaventina smanicata, dopo giorni di sudate appicicose.
Secondo le previsioni a metà strada il vento avrebbe dovuto cominciare a cadere, invece ci accompagna sempre con la stessa intensità fino a destinazione, che è Agio Nikolaos su Zante.
Anche dentro alla baia soffia a 18-20 nodi come in mare aperto. Si avvicina il gommone di uno degli addetti chiedendo se ho prenotato. No, non l’ho fatto, ma comunque con questo vento al traverso, non ho intenzione di tentare l’ormeggio, ma di mettermi alla fonda.
L’addetto mi dice che lì non si può, perché occorre lasciare acqua al traghetto, debbbo mettermi fuori dal porto, vicino all’uscita a Sud dell’isolotto che chiude la baia.
Ci vado anche se non mi piace tanto perché lì c’è troppa profondità.
Alle 16,30 circa siamo ancorati in 15 metri d’acqua, con soli 45 metri di catena, perché vorrei evitare di bagnare la parte tessile del calumo.
Vediamo come si comporta e se al calare del sole il vento cala o meno, per decidere se allungare il calumo. L’allarme ancora attivato sul plotter, comunque dice che anche con oltre 20 nodi non ci muoviamo.
Pazienza per il progetto che avevamo fatto di cenare alla taverna Il Porto di Dimitri.
Ci prepariamo una versione di pasta alla puttanesca in pentola a pressione.
Miglia percorse: 26
Ore motore: 2373
Gasolio nel serbatoio: circa 65 litri