Salpo l’ancora alle otto e mezza circa. Niente vento, mare calmo e una bella giornata, non troppo calda, per fortuna.
La mia meta è Preveza, dove potrò fare un po’ di spesa e riempire il serbatoio dell’acqua.
Un paio di volte tento di andare a vela, ma non si raggiungono i 2 nodi. Era previsto così, ma sembra sempre un dispetto: quando sono in vista delle boe rosse e verdi che indicano il canale di entrata a Preveza, si alza vento di Maestro di una decina di nodi. Vabbè, non nè un gran problema.
Piuttosto, non mi piace granché quel nero da temporale che si vede arrivare.
Io credevo che tutta la banchina ovest di Preveza, a Sud del marina, fosse banchina comunale. Invece, no. Il primo pezzo è un marina anche quello. Mi ci ero ormeggiato ben bene, malgrado il vento (ci sono le trappe coi corpi morti), ma mi hanno mandato via.
Quindi ho dovuto spostarmi un po’ più a nord, sulla stessa banchina, dopo la parte di molo riservata ai pescatori.
Qui non ci sono corpi morti, ma bisogna dare fondo all’ancora, come tipico in Grecia, ma ce l’ho fatta bene, malgrado la difficoltà di andare a marcia indietro mentre si timona e con il salpa ancore lento a rilasciare catena e poi cima, che rallenta la barca.
Sono le 15,30.
Mangio un gelato accettabile in un bar-pasticceria sul porto e torno in barca a chiudere, che sta arrivando qualche goccia, ma sembra poca cosa. Sono al telefono tranquillo, quando improvvisamente s’alza vento e mare e la barca si appoggia a quella a fianco, malgrado la cima dell’ancora sia in tensione assoluta.
Provo a cazzarmi ulteriormente, ma non ce la faccio. È a ferro. Allora sostituisco la cima sopravvento a poppa con una più lunga, aggiungo una cima di spring, sempre sopravvento, e così riesco a raddrizzare la barca alandomi sulla cima dell’ancora con tutte le mie forze. Anche quelle che non sospettavo di avere.
Tempo di finire la sfacchinata e tirare fiato, discutendo di barche con il gentile vicino tedesco, neanche mezz’ora, e il temporale passa. Il vento cade in fretta e lentamente si calma il mare.
Sulla chat Amici Della Vela Grecia, su Whatsapp, una barca dotata di anemografo, che era all’ancora a Lefkada e ha “spedato”, ha pubblicato una foto dello strumento che mostra 10 secondi in cui l’intensità del vento variava da 40 a 80/100 nodi (con un picco di 180, ma su questo il proprietario pensa fosse andato in palla lo strumento). Comunque, decisamente troppi.
Per fortuna qui non saprei quantificare esattamente quanto (avevo da poco spento gli strumenti), ma certamente meno, anche se molti davvero.
Vado a cercarmi una Pita a terra, che dopo sta faticata di cucinare non se ne parla.
Ore motore: 2000 tonde.