Alle 6 di mattina smollo gli ormeggi. Ciao Rodi, a non rivederci. Un posto simpatico, ben organizzato, il personale estremamente gentile e disponibile, ma io non ti voglio più vedere.
Ho appuntamento con mio figlio Luca e due suoi amici a Trani. Sono 56 miglia, tante, ma posso farcela. Mi porto al largo a motore, ma c’è un vento buono per andare con un buon passo di bolina a Vieste, facendo un unico bordo a perdere di un paio di miglia per allontanarmi da costa presso Peschici. C’è mare formato, ma accettabile.
Scapolato il Gargano ho il vento al giardinetto e rimane il mare. Tento di scendere verso Trani di solo genova, ma non ho abbastanza potenza per cavalcare bene l’onda, quindi isso nuovamente la randa e procedo orzando un po’ per avere un’andatura più stabile.
Purtroppo il vento pian piano cresce, ma soprattutto cresce moltissimo il mare. 70-80 cm d’onda erano previsti, ma, a occhio, siamo arrivati a 2 metri buoni, per fortuna abbastanza dolci; è un’onda lunga cavalcabile. Gustavino lavora senza incertezze.
Ma a un certo punto mi rendo conto che tutta tela non la posso tenere più. Accendo il motore e faticosamente mi porto al vento e ammaino la randa, poi mi rimetto in rotta di solo genova rollato ben oltre la metà.
Facevo più di 6 nodi prima con tutta la tela a riva e faccio più di 6 nodi adesso con un pezzetto di solo fiocco, a dimostrazione che stavo solo sforzando l’attrezzatura senza vantaggio alcuno.
Proseguo così fino al tardo pomeriggio, poi il vento cala un po’ (il mare, no) e riapro tutto il genova per avere potenza e arrivo comodamente a ormeggiare alla Lega Navale di Trani verso le 19,30.
Un applauso a Gustavino che ha lavorato ininterrotamente per più di 13 ore con grande efficacia con quel mare davvero pesante.
Stasera pizza al ristorantino della Lega, che non mi va di cucinare, accompagnato da un cantante di piano bar così scrauso, che di più non si può.
Luca e gli amici hanno avuto un contrattempo e non ce la fanno ad arrivare. Appuntamento a Bari domani sera.
Ore motore: 1948.
