Probabilmente siamo noi che non vogliamo andarcene da questa Calabria, similmente ai protagonisti del film di Bunuel, che non riuscivano a lasciare il palazzo per paura dell’angelo sterminatore, che si erano creati nella loro testa.
Noi ci creaiamo scuse per rimanere, evidentemente.
Oggi siamo riusciti a combinare il peggio, con una sciocchezza dietro l’altra (forse non dovrei neanche raccontarlo ed evitare così la figura del pirla).
Già nel lasciare l’ormeggio siamo riusciti a incagliarci nel basso fondo a fianco del nostro posto barca, per una cima d’ormeggio incattivita, con vento teso al traverso. Roba da poco, ci liberiamo a marcia indietro.
Una volta usciti, con mare formato e vento più forte del previsto, con il motore acceso per aiutarci nel prendere la seconda mano di terzaroli, abbiamo scoperto che buona parte del contenuto del serbatoio dell’acqua, appena riempito, con lo sbandamento si era riversato in sentina e sotto la cuccetta di destra del quadrato.
Allora abbiamo pompato fuori l’acqua della sentina, ma senza di ragionare sul fatto che il motore era ancora acceso e la barca tutta sbandata, tanto da non permettere l’aspirazione dell’acqua di raffreddamento.
La presa a mare per il raffreddamento motore in questa barca non è centrale, ma posta a sinistra, un po’ arretrata, e già con 20-25 gradi di sbandamento, credo aspiri aria, invece che acqua.
Fatto sta che, appena vuotata la sentina, ci siamo resi conto che dal vano motore usciva fumo bianco.
Per non rischiare altri danni, abbiamo subito spento il motore e siamo rientrati a vela verso Crotone, dove abbiamo dato ancora subito fuori dal porto e chiedendo alla Lega Navale la gentilezza di un traino all’interno appena il vento fosse calato.
Ma, dulcis in fundo, nella manovra di ancoraggio il telecomando del salpa ancore, che era agganciato al mio polso, si è staccato dal cinturino, evidentemente mal fabbricato, ed è finito in mare.
Ciao, ciao, telecomando usato due-tre volte.
Il motore dall’esterno sembra in ordine, ma sopra al coperchio presenta una patina bianca, che capiremo essere il liquido dello scambiatore, che è vaporizzato dallo sfiato per l’eccessiva temperatura.
Pisani ci manda un collega di Crotone per fare ulteriori verifiche.
Lo scambiatore va nuovamente riempito d’acqua, ma all’interno non ci sono tracce d’olio, che facciano pensare a danni. L’olio è al massimo sia nel motore, che nell’invertitore. La sentina motore è pulita e non ci sono state perdite.
La girante appare è sana, ma al meccanico sembra un po’ troppo “morbida”. Decidiamo di cambiarla.
Fra le dotazioni ce n’è una della Johnson nuova, ma non entra (sembra un difetto di fabbrica del foro centrale). Ne montiamo una usata, ma in ottime condizioni, della mezza dozzina che sono in barca, sostituite per precauzione dal vecchio proprietario, ma tenute di scorta.
Il motore riparte al primo colpo e si comporta bene a marcia inserita per diversi minuti.
Domani è un altro giorno.