
Uno degli obiettivi nel venire ad Argostoli era quello di mettersi in uno dei pontili del marina mai ultimato e mai entrato in funzione e quindi gratuito e fare qualche lavoretto. Qui non ci sono servizi, neanche l’acqua, ma c’è sempre posto e nessuno ti manda via. (Vicino a noi c’è una grande barca che, per come è attrezzata, dev’essere qui da mesi, con i suoi due occupanti che escono solo col fresco della sera in bicicletta.)
Fatto sta che il 16 mattina abbiamo levato l’ancora dal posto davanti alla città e siamo entrati in questo non-marina.
Il pontile Nord-Sud era tutto pieno e allora abbiamo attraccato “all’inglese” a quello di soprafflutto Est-Ovest.
Il principale lavoro che volevo fare era limare e rettificare la puleggia della catena dell’ancora, che nel tempo si era deformata e non ruotava più, rendendo difficoltosa la discesa della catena.
Pultroppo nel frattempo si è rotta la membrana della pompa a mano di svuotamento del lavandino del bagno (Sì. I Moana hanno una pompa manuale di svuotamento di lavandini e lavelli).
Si tratta di una pompa installata in un modo demenziale, che richiede ore stesi per terra attraverso la porta del bagno per poterla rimuovere, riparare e re-installare.
Ovviamente questo è stato il primo lavoro.
Per fortuna ho una membrana di ricambio e la sostituisco.
Fatto questo, mi sono recato a prua per studiare il musone dell’ancora e noto che la trinchetta, che è pronta per essere issata al bisogno, già agganciata allo stralletto ha qualcosa di strano. Uno dei garrocci di bronzo, quelli vecchio stampo, è spaccato.
La parte del garroccio rimasta attaccata alla vela non si riesce a piegare con nessuno strumento. Per togliere il garroccio, stando ben attento a non sfiorare la vela, utilizzo il flessibile a batteria.
Non ho il ricambio e non lo possiede nemmeno il negozio di chandler che c’è qui. Lo sostituisco con un “grillo” e un moschettone.
Mi dedico al musone dell’ancora. Estraggo la puleggia e la levigo con un piattorello abrasivo manovrato col trapano a batteria.
Non è perfetto, ma adesso ruota abbastanza, mentre prima era davvero bloccato.
Il problema è la ricarica della batteria, la stessa usata anche dal flessibile, che si può farte solo con la 220V.
Si è guastato anche l’inverter che trasforma i 12V in 220V e questo non ho idea di come ripararlo.
Insomma fra acquisti vari e ricerca di materiali, i tentativi di sopravvivere al caldo delle ore centrali e altre attività di manutenzione, abbiamo passato 3 giorni qui ad Argostoli a correre dietro alle rotture.
Inoltre abbiamo ricontrollato il motore e rabboccato il liquido (giallo) dello scambiatore di calore, che qui si può acquistare, studiato un metodo per issare il gommone sul roll-bar, quando non è consigliato tenerlo al traino, migliorato i sistemi di aggancio dei vari ombreggianti e fatto un grande bucato in una lavanderia automatica.
Basta. Domani si riparte.
Salutiamo le tartarughe caretta-caretta che nuotano nelle acque basse, in fondo al golfo, e ogni tanto si fanno vedere per contratto coll’ufficio del turismo e ce ne andiamo.