La notte è passata tranquilla, l’ancora non si è mossa, malgrado il forte vento durato oltre le 11 di sera. Avevo anche messo l’allarme ancora sul plotter con un raggio stretto di 100 piedi, 30 metri, e la barca non è uscita.
Verso le 9 lascio l’ormeggio, sfruttando anche le vele per il poco vento che c’è, per affaticare al minimo il motore, e mi dirigo verso la vicina Agia Pelagia. Il luogo è splendido con queste rocce a picco sul mare cristallino e questi roccioni isolati, che dal mare spuntano.
Valeva la pena venirci comunque.
A Agia Pelagia ora c’è un piccolissimo marina privato (Optimum Marinas), ha aperto da poco, le colonnine le hanno installate a inizio mese, la catenaria il mese prima. Il posto è davvero bello.
Mi trovano un posto, anche se non ci sarebbe.
Col marinaio diamo un’occhiata alle viti dell’alternatore e sembrano a posto, forse il problema era un controdado posteriore che si era smosso. Non ha un bel filetto, lo cambio. La vite, invece, sembra integra. Rimonto l’alternatore e tiro la cinghia. Ma sotto al motore noto alcune chiazze d’olio (questo mi spaventa, visti i precedenti di due anni fa).
Pulisco bene e controllo se trovo colamenti con uno scottex pulito, nessuno. Eppoi l’olio è chiaro e non nero come quello motore. Dev’essere dell’invertitore, controllo anche quello.
Ne manca un po’. Ho il sospetto di non aver inserito fino in fondo l’astina di misura a inizio mese, quando ho fatto tutti i controlli prima di rimettere in acqua la barca. Forse è stato soffiato da lì.
Aspetto che il caldo diventi sopportabile (oggi quasi non stavo in piedi per la temperatura) e mi faccio una ventina di minuti di cammino e altrettanti a tornare per raggiungere l’unico mini-market in zona, dove compro qualche frutto e della verdura.
Al ritorno, attacco bottone con un signore lombardo (l’accento è quello), che fa charter qui con un caicco e un altra barca di dimensioni generose. Chiedo se conosce un meccanico in zona.
L’unico vero meccanico in zona è il suo socio Roberto. Che fortuna.
Roberto viene dopo cena a dare un’occhiata (la solidarietà fra velisti è veramente commovente). Serra a fondo le viti dell’alternatore (come le avevo serrate io, per lui erano lente) e concorda che la cinghia mangiata va sostituita. Mi dà indicazioni di ricambisti auto che potrebbero averla a Argostoli (lui vive qui da anni e conosce tutti).
L’olio è certamente dell’invertitore, ma non vede colamenti. O è dovuto al cattivo serraggio dell’astina come penso, oppure potrebbe essere una piccola trafilazione dalla flangia dell’asse dell’elica. Speriamo nella prima ipotesi, ma anche la seconda non è preoccupante. Roba minima. Da tenere sotto controllo ed eventualmente rabboccare.
Visto che c’è, mi stringe anche la baderna che, secondo me, gocciolava davvero troppo, ne conviene. (È una delle ragioni per cui a giugno non avevo lasciato la barca in acqua. Mi riempiva d’acqua diversi centimetri di sentina ogni giorno.)
Ora mi sento tranquillo. Domani vado a Argostoli e spero di trovare la cinghia di ricambio.
Vorrei ricambiare aiutandolo con un problema elettrico che ha sul caicco. Se tiene acceso la notte i frigoriferi, la mattina si trova l’inverter in protezione per bassa tensione alle batterie.
Ha 2.000 Ah di batterie e, secondo il frigorista, il consumo è di 0,9 A, non dovrebbe. Io ho la pinza amperometrica, potrei aiutarlo a scoprire cos’è cha assorbe tutta quella corrente, ma domattina ha un charter a nord di Cefalonia. Vediamo se sono ancora in zona quando torna.
Intanto, grazie Roberto.
Ore motore: 2150
Miglia percorse: 5