Compro un po’ di frutta, un pezzo di torta salata agli spinaci e uno agli zucchini e salpo in tempo per passare dal ponte di Lefkada con l’apertura delle nove.
Fuori c’è un po’ d’onda lunga, ma non eccessiva. Rotta a nord, verso Preveza e quindi imbocco il corridodoio di boe rosse e verdi per entrare nella laguna.
Di questo mare interno ho sempre visto solo il paese di Preveza stesso e i cantieri di fronte, ma si tratta di un enorme “lago”, che si estende per una ventina di miglia.
Giovanni mi dice “a me non piace molto, ma facile incontrare tartarughe e delfini”. L’amico Antonio di Bari, invece, mi aveva detto che gli era piaciuto visitarne gli apoprodi e i paesi.
Ho deciso di vederlo con i miei occhi e mi dirigo a Est, seguendo un altro paio di vele, che ho davanti. Direi che puntano alla baia di Vònitsa, che è anche la destinazione a cui avevo pensato io. Una si dirige proprio verso il paese, l’altra, invece, accosta e entra nella baietta più a Nord, che si chiama Ormos Ag. Márkou, che anche a me ispirava dalla carta. Ci entro anch’io e, verso l’una, calo l’ancora dopo di loro in fondo alla baia in 13 metri d’acqua. Un posto splendido. Siamo solo sei barche, placidamente ridossate da un’energico vento da Est che ha cominciato a tirare dopo mezzogiorno.
A me questa navigazione in questo piccolo mare, totalmente circondato da terra e punteggiato da isolotti, scogli e scoglietti, con ampi bassi fondali lagunari, è piaciuta. Pare che sia anche interessante visitare diversi siti a terra. Ci sono anche scavi archeologici e qui avvenne la famosa battaglia, che decretò la sconfitta di Antonio e Cleopatra da parte di Ottaviano. Ma io sono pigro e mi godo l’ozio in barca.
Ore motore: 2016