Il meccanico ha aperto il motore un pezzo al giorno. Mercoledì la coppa inferiore, il giorno dopo la testata, etc. (d’altronde, debbo solo ringraziare che, in pieno luglio, mi abbia preso a mano).
Fatto sta che solo oggi ho il responso completo.
I danni sono meno gravi del previsto. Non è vero che ho fuso. Sono in ordine bielle, bronzine, cilindri, etc..
C’è invece una valvola piegata (il rumore di sbatacchiamento che sentivo).
L’olio non esce né dal paraolio verso l’asse dell’elica, come si credeva, né da quello posteriore, come dicevano i meccanici di Tropea, ma da due anelli in gomma di tenuta che erano usurati e non erano stati sostituiti nella manutenzione del 2020 (commento: Non era un meccanico Lombardini, altrimenti l’avrebbe saputo. – Vero, non lo era.).
Il problema vero, comunque, per lui è una “regolazione artigianale”, fatta non si sa quando con una banale brugola al posto del regolatore vero e proprio (non ho capito dove e come).
Inoltre gli iniettori sono da sostituire (“uno piscia e l’altro va a metà” – riferisco, senza tentare di interpretare – ma ripenso a quel fumo nero di gasolio incombusto, che esce quando sali troppo di giri, scoperto a Santa Teresa).
Va bene. Lui ordina i pezzi e la prossima settimana termina il lavoro. L’importante è ripartire con un motore di cui mi possa fidare.
Ci conto e questo meccanico (Roberto Pisani) mi sembra conosca il mestiere.
Io però ho terminato i 10 giorni che mi ero preso per questa tratta di navigazione.
Nei miei programmi oggi dovevo essere a Brindisi, o anche oltre, salvo problemi meteo, e invece sono ancora a Vibo. Quindi domani prendo il mio trenino e torno a casa. Moma rimane al Marina Carmelo, in attesa di poter riavere il suo motore.
Il Marina Carmelo è, comunque, una risorsa da tenere in considerazione, se si capita in questa zona.
Prezzi onesti, competenti e ben organizzati, ma, soprattutto, disponibilissimi a dare una mano e a risolverti i problemi, che, per chi viene da altre terre, è un servizio impareggiabile. Loro mi hanno trovato un meccanico Lombardini, mi hanno rimorchiato al pontile e nuovamente dal pontile all’officina del meccanico e ritorno, per poter sbarcare il motore.
Questi giorni li ho passati a fare lavoretti (quando il caldo non uccideva). Il più importante è che ho installato il telecomando con conta catena sul salpa ancore.
Il verricello già si manovrava solo dal pozzetto, ma da lì non si riesce a vedere quanta catena è filata. Adesso, invece, ho la misura precisa e so quando debbo correre a prua perché stanno per terminare i 35 m di catena e occorre “aiutare” l’uscita del grillo che congiunge la cima.
Ho anche montato il portellone ad “ala di gabbiano” del tambuccio al posto di quello crepato, ma la piegatura del plexiglass che ho realizzato con la pistola ad aria calda fa abbastanza schifo. Dovrò riprenderlo a mano, prossimamente.
Ieri c’è stato un temporale che ha portato un po’ di fresco. Oggi c’era di nuovo il sole, ma ventilato e vivibile.
Questa settimana ho cucinato poco, complice la rosticceria Pedro, a buon prezzo e con una cucina quasi casalinga. Altro posto da tenere presente.