In barca possiamo avere diversi apparati elettronici di comunicazione, che coprono le tante esigenze, ma spesso li acquistiamo senza porci il problema di capire come, quando e perché li dobbiamo utilizzare.
Questa pagina si propone di mostrare una panoramica di questi apparecchi, al loro utilizzo e ad altri argomenti correlati.
Gli apparati:
Radio VHF: Una barca che naviga in altura ha da decenni l’obbligo di avere a bordo una radio ricetrasmettente VHF e di tenerla accesa in navigazione sul canale 16, per ricevere eventuali chiamate d’emergenza. Conosco pochi skipper che la tengano effettivamente accesa.
La portata delle comunicazioni in banda VHF dipende dalla potenza, ovviamente, ma ancor più dall’altezza delle antenne, a causa della sfericità della terra e dalla “portata ottica” della trasmissione. Le antenne delle stazioni radio costiere sono per questo posizionate anche a centinaia di metri d’altezza. Sulle barche a vela si cerca di installarle in testa d’albero, riuscendo così a raggiungere anche le 20-30 miglia di portata.
La trasmissione VHF è omnidirezionale e quindi raggiunge tutte le radio presenti nell’area per 360°
Le radio trasmetteno su “canali” numerati prestabiliti dall’1 all’88, ma non tutti i canali sono di libero uso.
La regola dice che tutti debbono ascoltare/chiamare sul canale 16, ma spostarsi su di un altro canale per proseguire la conversazione, lasciando il 16 libero ad altri.
(Considerazione importante è che il VHF è ancora oggi il miglior strumento di salvataggio, perché sono proprio le navi più vicine quelle che possono portare soccorso in tempi brevissimi).
I limiti sono rappresentati dalla difficoltà di comunicare chiaramente la propria posizione e le necessità in lingue diverse. Inoltre se la radio ricevente ha il volume basso, lo squelch tarato male o è posizionata su un canale diverso dal 16, il messaggio non viene ricevuto.
Ovviamente una radio VHF non permette solo comunicazioni di sicurezza, ma anche banali chiacchiere.
Gli apparati VHF possono essere sia fissi, che portatili (detti palmari).
Radio VHF-DSC: I VHF moderni permettono anche il DSC (Digital Selective Calling). In caso di emergenza (Distress) si può inviare una chiamata DSC a tutte le unità e le stazioni radio, che riceveranno una richiesta di soccorso in digitale, che gli mostra sul display le corrette coordinate geografiche, l’identificativo dell’unità ed il tipo di emergenza, anche se la radio ricevente è posizionata su un canale diverso dal 16, se ha il volume basso, lo squelch tarato male.
Perché la posizione venga inviata correttamente occorre che la radio trasmittente sia dotata di GPS (interno o esterno).
Inoltre, oltre alle emergenze, con il DSC è possibile effettuare una chiamata a una specifica imbarcazione (o a un gruppo) di cui si conosca il codice identificativo internazionale. (Necessita di un codice MMSI e un “identificativo di chiamata” rilasciata da un apposito servizio di bandiera.)
(Per il diporto parliamo di apparati DSC di “Classe D”.)
Radio MF/HF/SSB: Le comunicazioni in banda HF o MF e SSB raggiungono anche distanze di centinaia di miglia, ma la qualità delle comunicazioni è spesso pessima e questi apparati sono complessi da usare e difficilmente installabili su unità piccole. Oggi sono appannaggio solo di appassionati radio amatori, perché, se occorre comunicare anche da distante dalla costa, è più agevole utilizzare un telefono satellitare, che ha raggiunto costi di servizio accettabili.
EPIRB: È un dispositivo di sicurezza trasportabile, associato all’imbarcazione. Il segnale di soccorso lanciato da un EPIRB, completo di identificativo della barca e della sua posizione geografica, viene captato dai satelliti Cospas-SarSat ed inviato a terra alla rete di apposite stazioni di ascolto che, dopo aver controllato che la richiesta non sia un “falso allarme“, ne dà comunicazione all’MRCC (Maritime Recue Coordination Centre) di competenza, che attiverà le operazioni SAR.
Questo iter complesso è necessario per il fatto che oltre il 90% degli allarmi EPIRB risultano essere errori e, in particolare per le imbarcazioni da diporto, è spesso impossibile raggiungerle via radio per avere conferma della veridicità e tipologia dell’emergenza.
Gli EPIRB oggi in commercio incorporano un GPS e comunicano rapidamente l’avviso di distress, ma come detto è un processo laborioso per cui si genera un ritardo medio di un paio d’ore e quindi un’errore della posizione di diverse miglia. (Necessita di un codice MMSI e un “identificativo di chiamata” rilasciata da un apposito servizio di bandiera.)
Possono essere sia ad attivazione manuale, che automatica (in caso di immersione in acqua).
PLB: come l’EPIRB trasmette ai satelliti Cospas-SarSat, ma è un dispositivo personale indossabile. Non è legato a un numero MMSI, ma a un numero seriale rilasciato dal costruttore. Non identifica quindi l’imbarcazione, ma la persona (non sostituisce all’EPIRB).
(Alcuni produttori propongono dispositivi che chiamano PLB, ma che non comunicano con i satelliti. Sono semplicemente degli AIS personali, utili solo alla ricerca in caso di caduta di uomo a mare).
Possono essere sia ad attivazione manuale, che automatica (in caso di caduta in acqua).
SART: si tratta un transponder Radar che, se riceve un segnale Radar in banda X, restituisce un segnale ben identificabile per facilitare il soccorso. Molte navi e arei di linea sono in grado di ricevere questo segnale da decine di miglia di distanza.
AIS-SART: è un apparato SART che ingloba un dispositivo AIS, unendo le due funzionalità. Il suo impiego è particolarmente utile nella ricerca di un uomo a mare.
INMARSAT-GMDSS: è un sistema di apparati incentrato su di un’antenna INMARSAT, che comunica con i satelliti geostazionari Inmarsat, che operano fino alla latitudine 70° Nord e 70° Sud. Richiede un operatore abilitato e di solito viene utilizzato sulle navi di grande stazza.
Oltre a trasmettere richieste di soccorso in modo automatico e manuale, scambia informazioni via chat, mail ed in modalità telex. I nuovi sistemi Inmarsat Fleet77 supportano comunicazioni telefoniche e possono scambiare video.
Telefono cellulare: lo possediamo tutti, sappiamo cos’è e lo utilizziamo soprattutto per comunicazioni personali, ma chi naviga vicino alla costa italiana non deve dimenticare che il 1530 è il numero telefonico unico di soccorso istituito dalla Guardia Costiera italiana, quello più rapido per trasmettere una richiesta di soccorso per distress, o medico, o altro.
In mare la portata di un telefono cellulare è limitata circa 5-10 miglia dalla costa, decisamente insufficienti a garantire sicurezza, se si naviga in altura.
Telefoni satellitari: sono utili soprattutto a chi naviga molto lontano da costa. Si tratta di telefoni che, invece delle antenne terrestri 3G-4G-5G, utilizzano una rete di satelliti per comunicare. Le caratteristiche sono diverse e difficili da riassumere in breve, ma possiamo dire che esistono 4 reti/tecnologie satellitari che permettono questo tipo di comunicazione: INMARSAT (la stessa degli apparati sopra), Iridium, Thuraya e Starlink. L’ultima è più adatta ad un utilizzo dei servizi Internet in barca, simile a come l’usiamo a casa (sempre connessi, guardando film, eccetera), gli altri 3 più per un uso indicato per brevi conversazioni, messaggi, mail, scaricamento di file GRIB e soprattutto per maggiore sicurezza.
Per esempio, Iridium propone un proprio servizio di allarme per distress (alternativo a quello dell’Epirb), abbinato alla possibilità di ricevere file Grib da PredictWind.
Sono tutti sistemi un po’ costosi, che prevedono un abbonamento, ma i prezzi si sono abbastanza ridotti ultimamente e alcuni servizi oggi prevedono di essere attivati e disdetti per l’utilizzo solo nei mesi in cui si naviga.
AIS: si tratta di un importantissimo apparato che riceve posizione, velocità e direzione di marcia (e trasmette le nostre se è un modello “attivo“) da tutte le imbarcazioni circostanti.
Funziona tramite un suo piccolo rice-trasmettitore VHF, quindi copre poche miglia, ma è fondamentale sia per evitare gli abbordi in navigazione, sia per essere trovati da un eventuale soccorritore in zona.
(Non mi dilungo, perché ne parlo diffusamente in questa pagina.)
NAVTEX (“NAVigational TEXt Messages”): è un servizio internazionale, per l’invio automatico di avvisi di sicurezza e bollettini di navigazione e meteorologici in formato “testo”, da parte delle stazioni costiere.
Oggi viene utilizzato sempre meno, ma ha ancora alcuni grandi vantaggi: riesce a superare grandi distanze (in teoria 100-200 miglia), il servizio è gratuito e un apparato acceso memorizza tutti i messaggi in arrivo, così che, se l’equipaggio dorme, può leggerli poi quando ha il tempo per farlo. Richiede ovviamente un apposito ricevitore, con un’antennina “a fungo” dedicata.
In conclusione:
Per quanto riguarda gli aspetti di sicurezza, qualora si abbia un emergenza e necessità di soccorso, l’aspetto davvero importante è che gli aiuti possano arrivare in fretta. Questo può essere possibile solo se possiamo avvisare possibili soccorritori nelle vicinanze.
Nel caso di barca in panne e corrente che ci porta verso gli scogli, per esempio, una nostra richiesta di soccorso trasmessa via VHF può venire immediatamente ascoltata proprio dalle unità che potrebbero intervenire in 1-2 ore.
Ecco quindi che la radio VHF va considerata l’apparato principale per la nostra sicurezza, insieme ai segnali pirotecnici e a AIS, SART e Plb.
Una richiesta di soccorso inviata a mezzo EPIRB, invece, raggiunge unicamente un centro Cospas-SarSat (non le unità nelle vicinanze).
Considerati i tempi di elaborazione del segnale e della lavorazione “burocratica” della richiesta di soccorso, è evidente che il sistema sarà inefficace qualora dovessimo avere necessità d’un intervento immediato, ma sarà quello che ci salva la vita in caso di tempesta/naufragio, cioè quando devono essere approntate lunghe ricerche in mare.
Il telefono satellitare è sicuramente molto versatile per i tanti servizi, ma nell’eventuale scelta di acquistarlo è il caso di assicurarsi che il servizio offerto preveda una funzione che permetta la trasmissione della posizione GPS e un’organizzazione efficiente per il soccorso.
I Governi di tutto il mondo si sono impegnati, con un accordo chiamato “MasterPlan”, ad assicurare nel tempo una completa copertura radio dei servizi SAR, ma ci sono ancora parecchi buchi da colmare e non c’è un servizio omogeneo.
Tabelle e info da conoscere:
- Utilizzo normale del VHF
- Chiamate VHF di Emergenza: Mayday, PanPan, Securité
- Chiamate VHF di Emergenza tramite DSC
- Chiamate VHF dirette, individuali e di gruppo, tramite DSC
- Il Codice Fonetico (NATO) utile per lo spelling delle parole.
- Epirb e Plb (Prof. Paolo Lombardo – originale della presentazione qui)