
Con calma prepariamo un’insalata di ceci, aglio, rosmarino e limone e facciamo rinvenire in acqua e aceto e condiamo dei pomodorini secchi calabresi, che ci seriranno per pranzo, poi leviamo l’ancora e partiamo, facendo anche un giro esplorativo del porto di Katakolon, che ci servirà al ritorno in settembre.
Abbiamo perso tutto questo tempo perché vorremmo tentare di intercettare un po’ di vento che dovrebbe arrivare tardi stamattina.
Quindi sono quasi le 10 quando usciamo dal porto, dopo il giro esplorativo, e ci avviamo in direzione di Kiparissia, per 145 gradi circa, a motore.
Verso le 11 siamo premiati ed effettivamente un po’ del vento previsto arriva, pemettendoci di aprire le vele e procedere con un lasco, e poco dopo rinforza, permettendoci un ottimo traverso a oltre 5 nodi di velocità.
C’è un po’ d’onda lunga, ma assolutamente non fastidiosa. La randa ci ombreggia e, malgrado la giornata sia calda, la navigazione è fresca. Non possiamo chiedere di meglio. Veloci, senza bordi, e freschi.
Purtroppo non dura tantissimo, dopo le 13, come previsto, il vento comincia a diminuire e alle 13,30 circa siamo costretti a riaccendere il motore.
È stato bello finché è durato.
Procediamo di nuovo a motore e di nuovo al sole per le miglia successive, ma non speravo nemmeno di fare quelle due ore buone, quindi non mi lamento.
Intorno alle 16,30 entriamo a Kiparissia e ormeggiamo all’inglese al molo di NE.
Ci sono solo altre due barche di francesi (una terza di bulgari arriva solo verso sera). Non ci spieghiamo come mai ci siano così poche barche qui e non solo qui. In tutta la giornata abbiamo visto solo altre due barche durante la navigazione.
Anche la cittadina di Kiparissia, almeno per la parte a mare che vediamo, sembra in abbandono. In spiaggia ci sono solo un coppia con un bambino. Un camping, un albergo, un parco di giochi acquatici sono recintati e in evidente stato di abbandono, con tetti e strutture che crollano.
Eppure il luogo è bello e meriterebbe la sua fetta di turismo, che da una parte odiamo, ma che per tanti è vita e in luoghi più brutti.
Incuranti di noi le tartarughe nuotano nel porticciolo.
Rachele invece preferisce farlo davanti alla spiaggia.
È una sera adatta alla più classica delle paste italiane: maccheroni (pennoni, per l’esattezza) al pomodoro e basilico.
Miglia percorse: 30
Ore motore: 2388