
Ieri, domenica 21, alle 5,30, contro il parere di altri siamo fuori dal porto di Crotone con l’intenzione di traversare su Santa Maria di Leuca.
Il tempo di organizzarci e apriamo il genova e la randa, con una mano preventiva di terzaroli, nel vento da Nord che si sta formando.
Avevo scommesso che vento e mare sarebbero stati sì forti, ma anche gestibili. Avevo previsto che avremmo potuto procedere con una bolina stretta, ma tutta in rotta, senza necessità di fare dei bordi.
Così è stato. Moma sull’onda piuttosto pronunciata e sotto un vento sui 18 nodi di apparente e un po’ rafficoso si è comportata benissimo. Dolce sull’onda e sbandata il giusto.
Quando il vento è cresciuto, prima delle 8, ho abbandonato il genova e aperto la trinchetta, prendendo anche una seconda mano di terzaroli.
Purtroppo non siamo riusciti a tenere una grande velocità, con l’onda e le vele ridotte, stavamo sotto i 4 nodi.
Forse avrei potuto osare tenendo più tela a riva, ma non amo mettere sotto sforzo l’armo nella bolina.
Eravamo già indietro sulla tabella di marcia anche perché avevamo perso tempo a fissare meglio il gommone nuovo, che voleva prendere la strada del vecchio (ma questa volta era legato) e a liberare la borosa della prima mano, che si era incattivata (direi che quegli strozzatori a ruota inseriti nel boma per le borose e il tesa base non siano una gran invenzione).
Vento e mare hanno cominciato a rilassarsi un po’ prima del previsto e già dopo mezzogiorno non si andava più granché e allora abbiamo riacceso il motore.
Per pranzo mangiamo una versione del mozzo, preparata la sera prima, di un tabuleh libanese, che differisce da quello nord africano principalmente perché è fatto con il boulgour, invece che con il cous-cous. (Sarà anche la cena.)
Dopo le 3 del pomeriggio vado a riposarmi un po’, mi sveglio verso le 4, con una gran puzza di gasolio.
Una breve indagine rivela che da un tubicino che esce dal motore e va al filtro gocciola gasolio (credo si tratti del ritorno del gasolio in eccedenza).
Provo a stringere la fascetta, ma con poco risultato.
Decido di procedere così, senza forzare, siamo a metà strada e fuori è calma piatta. Non vedo alternative.
A mezzanotte e mezza siamo a Leuca. Il rosso e il verde di ingresso al porto sono poco visibili e l’ingresso non mi ispira, poi fuori è pieno di barche alla fonda, cosa che lascia presumere che anche dentro sia pienissimo.
Faticosamente, nel buio, trovo una sistemazione accettabile fra le altre barche dando 50 metri di catena su di un fondo di 10.
Si balla molto, ma con la stanchezza che abbiamo addosso è improbabile che ce ne accorgeremo. Lasciamo tutto come sta e andiamo a dormire. Sono state 21 ore faticose.
Stamattina dopo colazione siamo entrati in porto e ci siamo ormeggiati alla banchina del molo di soprafflutto, quello delle barche da pesca e turistiche.
Un operatore di queste gentilmente mi dà il numero del loro meccanico, Luigi. Malgrado sia oberato accetta di venire dopo mezzogiorno. Sostituisce il tubino incriminato e sistema quello a fianco che vede usurato. Il motore è di nuovo in grado di marciare.
Però mi fa notare uno sbuffo di fumo che esce all’accensione (sarà il riser riparato non perfettamente fissato?) e un rumore metallico all’avvio (un problemino al parastrappi?).
Mi consiglia una revisione al rientro.
Più tardi guardo in sentina. È piena di gasolio. Con la pompetta per il cambio dell’olio, ne estraiamo oltre 20 litri di sicuro.
Ci dicono che solo il marina turistico ha un’isola ecologica adatta, ci andiamo, quasi 2 km, ma no – ci dice l’impiegata – smaltiscono solo l’olio. Non so che fare. Sembra che non esista nessuno che se lo può prendere. Poi ci viene in aiuto uno dei marinai, che si accolla l’impegno di convincere lo smaltitore a prenderlo. Grazie.
Questo motore non mi dà pace, ma anche stamane i media raccontano di un mondo intero senza pace davvero. I criminali guerrafondai di tutto il mondo sono scatenati e a miliardi di persone manca una pace vera e ben più importante della mia.
Non ci sono più parole per descrivere il delirio genocida, ormai non più di un solo popolo, ma dell’intera umanità, perpetrato dai criminali al governo degli stati mondiali.
Noi facciamo un salto in centro per camminare e per comprare alcune cose, ceniamo e andiamo a letto presto, che domani si attraversa su Othonoi.
Miglia percorse: 74
Ore motore: 2299
Gasolio nel serbatoio: circa 45 litri (qualcosa è ancora in sentina).