Da Trizonia a Aigio

Eravamo rimasti che dovevo decidere che fare.
Ieri mattina imparo da uno dei francesi che a Trizonia c’è un meccanico bravo, l’harbour master conferma che è bravo, chiamo e parlo con la moglie (lei parla un po’ di inglese, lui no) e mi dice che non può prima delle 18, perché sta facendo un altro lavoro.

Passo la giornata afosa facendo piccoli lavoretti e aspettando un altro temporale annunciato, che non arriva.
Moglie a piedi e Yanis, il meccanico, su di una piccola barca improbabile arrivano come promesso, invece.
Lui dà un’occhiata al tutto, mi fa accendere un paio di volte il motore e sentenzia che il problema non è nel riser, ma nel pezzetto di tubo nero in gomma che lo collega alla marmitta.

Quella misura di tubo al momento non ce l’ha, può averla il 5, che va a ritirare materiale a Patrasso, ma, siccome per lui non è un problema grave e si può navigare, se voglio posso scegliere di farlo.
Se è così, preferisco andare, mi farò cambiare quel pezzo di tubo da un meccanico che l’ha disponibile in una prossima tappa.
Non vuole nulla per la consulenza, carica la moglie sul barchino e se ne va.

Bene, non resta che mangiare i peperoni che ho preparato nel frattempo e poi proseguire la serata in lunghe chiacchiere con Giancarlo, un simpatico italiano che ha ormeggiato poco fa sul mio molo e che ha passato il canale di Corinto e sta portando la sua barca a svernare al marina di Ragusa.

Stamattina mi sveglio per tempo e alle 8,30 libero gli ormeggi.
L’intenzione è ritornare a Ovest, deciderò strada facendo se fermarmi a Lepanto o proseguire per Missolonghi, anche perché, che strano, sono previsti temporali.

Ma io non sono convinto di quel che ha detto Yanis. Quando il motore è bello caldo vado a ispezionarlo e adesso si vedono bene due buchini nella saldatura del riser che fanno le bolle.
Anche così non è un grosso problema, ma io non le voglio.
Mi dirigo a Sud e vado a Aigio, cittadina della costa Sud del golfo di Corinto, dove mi hanno detto che c’è un cantiere di gente in gamba.

Luciano, un amico della chat AdV Grecia, mi dà tutte le indicazioni e attiva Teodoro, un suo amico greco, che parla italiano, per supportarmi. Gentilissimi.
Ma in verità faccio da solo, ormeggiando dove non si può su una banchina commerciale (siamo in Grecia e l’addetto, informato che è un’emergenza, sorvola, ma mi avverte che alle 15 chiudono i cancelli), e andando a piedi al cantiere.

Sono occupati e mi chiedono di smontare e portargli il riser. Mi indicano una banchinetta in cui si può ormeggiare liberamente. Torno, sposto la barca, mangio qualcosa e tento di smontare il riser.
Non ne vuole sapere. Ho tolto i dadi, allentato le fascette, ma non ce la faccio a estrarre il tubo.
Ritorno al cantiere (un kilometro abbondante) a spiegare che ci vuole uno più forte di me e viene uno dei figli della famiglia che lo gestisce.

Smonta il tutto. Va, salda e torna col padre e rimontano riser e tubo nuovo. Facciamo tutte le prove e finalmente tutto è come voglio.

Intanto si è fatta una certa ora, il vento da Ovest si è alzato e contestualmente si è alzata la marea. Quel pontile che è bassissimo è già sommerso per metà, i miei parabordi lavorano su di un molo che è diventato di un palmo di altezza. Per fortuna il vento favorevole mi tiene discosto.
Mollo gli ormeggi e mi allontano a tutto motore, prima di essere scagliato sul cemento da un’onda.

Niente spesa, che volevo fare, che non ho più nulla di frutta e verdura. Niente giro per la cittadina. È arrivato il maledetto temporale e su quel lato della baia si è troppo esposti.
Mi dirigo sotto la pioggia battente sul lato Ovest, che è un po’ ridossato e butto l’ancora in 8-9 metri d’acqua.

Non c’è molto spazio fra la costa col basso fondo e un traghettone ormeggiato e non mi azzardo a dare più di 40 metri di catena, ma qui le raffiche non superano la ventina di nodi e il mare è sopportabile. Mi sento tranquillo, anche se la sirena di allerta dell’App Blitzortung mi avvisa di un altro temporale in arrivo nella mia zona.

Mi tolgo i vestiti fradici, ricordando il vecchio detto che il marinaio non è solubile in acqua. Sistemo cime, parabordi e altre cose della barca e mi rilasso un momento.
Stasera cena fredda, ovviamente, che ormai sono le 9 quando finisco. Ci sono scatole e barattoli apposta per queste occasioni. Faccio una specie d’insalata di ceci, pomodorini freschi e secchi a filetti, melanzane a filetti e basilico.
Stasera niente doccia e annaffiatura del basilico in compenso. Abbiamo già dato.

Ore motore: 2187
Miglia percorse: 11

 

Da Trizonia a Aigio

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