Pessada, poi di nuovo Spartia

Ieri, come preannunciato, giornata di pausa e riposo. La schiena fa un po’ male e prendo pillola doppia. Per fortuna son partito da Bologna con una scorta di farmaci.

Verso le 10 di oggi lascio gli ormeggi al marina, saluto Davide e mi trasferisco nella banchina comunale di Argostoli, per vedere se riesco a rabboccare il serbatoio dell’acqua.
Degli addetti non c’è l’ombra (spuntano fuori solo nel pomeriggio), quindi, anche se volessi, non potrei acquistare una tessera per far funzionare la colonnina. Provo a vedere se qualche barca mi cede un euro d’acqua della propria tessera, ma l’unica con un equipaggio a borbo è un charter e non ha tessera.
Non ho capito cosa mi ha detto, ma qualcosa tipo che hanno un contratto particolare.

Vabbè, chissà se a Lixouri, la cittadina sull’altro lato della baia si può fare acqua? Provo ad avvicinarmi, ma da lontano non vedo colonnine e non mi pare un porto dove entrare, visti i bassi fondali e nessuna vela ormeggiata. Rinuncio.

Apro le vele e risalgo di bolina un po’ di vento da Sud, facendo dei bordi lungo il canale di ingresso della baia. Solo 1,5-2 nodi, ma non debbo fare tante miglia.

Porcaccia miseria! Mi sono dimenticato che avevo tegami e stoviglie a scolare sul piano sopra i fornelli e al primo sbandamento a destra sono caduti.
La mia bella padella Ingenia, quella che uso di più, si è ammaccata. Non è più tonda, ma di una forma improponibile. Ri-incastro il manico e dolcemente la forzo. Pian piano le ridò una forma accettabile.
I tegami sono fra i pochi amici che un marinaio ha, in queste navigazioni solitarie.

All’imboccatura il vento cala e do motore, il tempo di avvolgere lo yankee e calare la trinchetta che il vento riicompare più forte e da Ovest. Io debbo andare a Est e ce l’ho di poppa piena. Va bene, riapro lo yankee e faccio dei bordi di gran lasco.
Ripasso davanti a Agia Pelagia e in mezzo a quei belli scogli dell’altro giorno. La mia meta è Pessada, una baietta vicina a Spartia, di cui ho sentito parlare bene.

Ci arrivo a vela con un bel traversone, ma non mi convince. Mi metto al vento e raccolgo le vele, poi lentamente me la studio.
Ma l’icombenza del traghetto per Zante, il colore dell’acqua non mi convicnono.

Do motore e torno a Spartia. Alle 17 butto l’ancora quasi nello stesso posto in 6 metri di fondo, con 30 metri di catena. Tira Ovest con punte di 12 nodi, qui sono stato bene con oltre 20, direi che non ci sono problemi.

Bagnetto rinfrescante nell’acqua cristallina e doccetta, poi un semplice piatto di pasta. Apro una bottiglia di Robola, vino di Cefalonia, corpo non male, ma con quel caratteristico sapore di fondo della Retzina, che odio. Meglio stare su di un classico vino di Lefkada, che, per quelli che ho assaggiato, sono senza lode, né infamia, ma sanno di vino.

Ore motore: 2156
Miglia percorse: 19

 

Pessada, poi di nuovo Spartia
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