Partenza verso le 6 e 1/4.
C’è già un buon vento da Ovest, che mi permette un bolinone comodo comodo con una mano alla randa e il genova un poco rollato.
Credo che queste siano le condizioni ideali per lo yankee. Bisogna che mi decida a sostituire il genova con quella vela e a provarne davvero le capacità.
(Ma le vele pesano, sono scomode da maneggiare e io sono pigro.😉)
In breve il vento cresce un po’ e anche il mare. Faccio un bordo a perdere verso costa di un miglio, così da ridossarmi un po’ e, soprattutto, subire meno l’onda, poi mi rimetto in rotta.
Verso le 9 però il vento, cala forse perché siamo ridossati dalla Maiella che domina la costa. Ridò motore, che dobbiamo macinare miglia.
Intanto il poco vento gira a NO, in prua piena.
Procedo così abbastanza bene, quando, passato Vasto, vedo che si sta formando una tipica massa temporalesca.
Non era prevista né da PredictWind, né da WindFinder. Vabbé, mi preparo.
Prendo la seconda mano alla randa.
A proposito la seconda mano è difficilissima da armare, perché la brancarella (quella non è proprio una brancarella, ma un mezzo anello d’acciaio – non so qual è il nome corretto) non riesce quasi a scendere fino a incocciarsi al gancio, perché i cursori accatastati nella rotaia fanno troppo spessore.
Dovrò trovare una soluzione per la terza e la quarta mano (non voglio pensare di trovarmi nelle condizioni di doverle armare un giorno).
Levo tutto quello che può volare dalla coperta, alzo la capottina, preparo l’incerata, mi lego e sono pronto.
Il groppo arriva con raffiche di 25 nodi e si porta dietro un mare con onde ravvicinate, un po’ incrociate, che si fanno fatica a cavalcare.
Gustavino rinuncia subito e fischia. Forse ce l’avrebbe fatta Gustavo, ma è morto.
Gustavo e Gustavino sono i piloti automatici. Il primo (un ST2000) mi accompagna da più di 20 anni. Il secondo (un ST1000 – meno potente) faceva parte delle dotazioni di Moma.
Ho sempre usato Gustavo, ma quel giorno che a Crotone è “piovuto a scatafascio”, l’acqua è riuscita a entrarci dentro e adesso quando lo colleghi fischia ininterrottamente e non lavora. L’ho aperto, asciugato tutto, ma nulla. Chissà se riesco a farlo riparare.
Allora mi sono messo al timone io e ho cercato di affrontare queste onde al meglio possibile.
Il temporale vero è durato poco, ma il mare ingrossato è rimasto e c’è voluto un bel po’ prima che potessi ridare il timone a Gustavino.
Il vento è sempre in bocca, ma affrontabile.
Le ultime miglia a Sud di Ortona sono un “campo minato” di nasse, sparse ovunque, non tutte sulla stessa isobata. Bisogna tenere gli occhi aperti e fare lo slalom. Non voglio spostarmi al largo dove c’è più onda, mi porto sulla linea dei 6 metri di profondità.
Dalla mattina ho cercato di contattare la Lega Navale di Ortona, sul tefono fisso e sul cellulare, ma senza risposta.
Finalmente mi rispondono sul VHF (canale 74) quando sono all’imbocco del porto, ma non hanno posto, perché c’è stata una regata che ha portato a Ortona un sacco di barche.
Provo al marina, ma stessa risposta.
Allora chiamo la Capitaneria, che mi indica un posto dove posso attraccare per la notte. Credo di aver capito dov’è, ma mi sono confuso e debbo chiedere precisazioni. Riprendo in mano il VHF (uso un portatile, che con il motore acceso con quello in cabina non si riesce a sentire nulla e poi è di sotto e non posso mollare il timone). Il VHF è muto con le batterie scariche.
Ma come? L’ho caricato ieri sera.
Con una mano sola (con l’altra tengo il timone – stupidamente non ho rimesso Gustavino) trovo il numero della Capitaneria e li chiamo al telefono, mentre Moma ruota in cerchio docilmente nella darsena, che il vento è ancora forte e non la si può lasciare alla deriva.
Mi spiegano meglio, è un pezzo di pontile poco agevole. Sto per andarci quando arriva la barchetta degli ormeggiatori della Lega:
Una barca è partita e si è liberato un posto. Li seguo e alle 16 sono comodamente ormeggiato “all’inglese” al loro pontile.
Mi posso rilassare e immediatamente si rilassa anche il vento. Forse è più stanco di me, con tutto il lavoro che ha dovuto fare oggi.
Ore motore: 1819, miglia 35