Non mi muovo

Dopo una notte passata dormendo a pezzi, con i vestiti addosso e svegliato più volte dal vento, dalla pioggia, dall’allarme ancora e da quello dei temporali, stamattina mi ritrovo dolorante e intontito.

È una gran bella giornata, ma non ce la posso fare a navigare. Attendo che qualche barca lasci l’ormeggio dentro il porto, levo la mia ancora e vado all’ormeggio io.
Giù l’ancora e poppa in banchina.

Sistemo un po’ la barca dal caos di ieri, metto al sole le cose umide e scendo a far muovere faticosamente le gambe.
Plataria (qui lo scrivono senza esse) è carina. Turismo locale, ma metà dei negozi sono già chiusi.

Torno in barca con l’intenzione di dormire un po’, ma l’harbour master mi chiede di spostare l’ormeggio di qualche posto più in là, che deve far entrare due enormi catamarani.
Non ne ho nessuna voglia, ma si deve fare. Si è anche alzato vento al traverso, che complica tutto, ma mi metto al mio posto.

Riparo un falso contatto sullo spinotto del pilota automatico, che mi aveva già fatto penare e mi metto a dormire un po’.
Ho solo un raffreddorone e qualche linea di febbre, ma non sto in piedi.

Giancarlo mi dice che secondo lui c’è una finestra buona per attraversare da Othonoi a Leuca venerdì. Mi spiace molto, ma io credo resterò qui anche domani.

Stasera davvero non me la sento di cucinare, vado dall’altra parte della strada a farmi fare una pita vegetariana, anche se non penso la mangerò tutta.

 

Non mi muovo
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