Ancora a Trizonia

Trizonia mi piace. Il paese è gradevole, turistico, ma, naviganti a parte, di un turismo solo locale di famigliole e pensionati, che non disturba.
Non è solo la mia banchina a essere piena di francesi, ma metà delle barche che hanno gente a bordo sono francesi. Molte barche poi hanno l’aria di essere ormeggiate da tempo, quindi non piace solo a me.
Così ho deciso di fermarmi un giorno in più anch’io. Poi sono previsti altri temporali oggi.

Non c’è molto, perché in banchina c’è solo l’acqua (lontanissima) e non ci sono negozi (uno di cappelli, costumi e poco altro). Ma l’isola è bella da vedere e per due notti di ormeggio ho pagato 8,60 €.

C’è un piccolo albergo che fa servizio di lavanderia e gli ho portato una bella borsa di roba, ho fatto una passeggiata lungo un pezzo di costa, ho “bonificato” il frigo e fatto un po’ di controlli al motore.

Ho controllato l’olio, Ok. Il livello del liquido di raffreddamento, un po’ scarso, l’ho rabboccato.
Ma sotto il motore c’è qualche goccia di olio nero e di liquido giallastro, quello del raffreddamento, forse.

Allora potrebbe esserci stato un surriscaldamento eccessivo con uno sfogo tramite lo sfiato. Fammi indagare.
Sul riser (il collettore dei fumi e dell’acqua di raffreddamento nella marmitta) c’è una saldatura che unisce due tubi concentrici.
La saldatura è ricoperta da una specie di schiuma di sale ocra.

Vuole sicuramente dire che da lì svapora un po’ di acqua marina di raffreddamento.
Lo odio.

Quanto potrò far lavorare il motore senza che la falla si allarghi? Posso chiuderla con del “nastro americano”? C’è un meccanico affidabile in zona, che posso raggiungere facilmente?

Domattina telefonerò al mio meccanico Pisani per le domande tecniche, intanto le posto tutte in chat.
Mi arrivano subito diverse risposte: usare lo stucco metallico, invece del nastro. L’acciaio liquido della Plattex. Ottime idee, ma bisogna trovarlo. Un meccanico a Missolonghi. La persona da cui ho comprato la cima del tesa base, per andarci però ho vento in bocca. Un meccanico ad Aigio. Parla italiano, ma forse non c’è modo di ormeggiare, se occorrono giorni.

Vabbè, domattina cercherò di decidere con un po’ di telefonate, per stasera chiudiamo con un cavolfiore, secondo la mia ricetta aceto e peperoncino.
Di temporali comunque non se sono visti.

 

 

 

Ancora a Trizonia
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