Náfpaktos ovvero Lepanto

Prima di partire faccio un salto a comprare un buon pane fresco in un forno che avevo adocchiato/annusato ieri e, visto che ci sono, una porzione di spinach-pie per il pranzo. Alla fine lascio gli ormeggi che sono le solite 10.
Avrei voluto partire prima che oggi dovrei fare 25 miglia. La destinazione è l’antica Lepanto (per i greci Náfpaktos), quella della battaglia.

Come previsto, vento non ce n’è, quindi motore.
A proposito, lo strumento del vento oggi non mostra la velocità. La direziione sì, la velocità, no. Si vedono le palette dell’anemometro che ruotano lentissime, come fossero frenate. Dovrebbero sentire i 4-5 nodi che faccio a motore come vento apparente, ma no.

Però, dopo un paio d’ore di navigazione, il vento arriva. È un gran lasco sui 3 nodi quello che posso fare, ma il vento è abbastanza costante e si tiene bene. Poi pian piano cresce e arrivo in vista del ponte che faccio 5 nodi buoni, ma lì debbo togliere il fiocco e riaccendere il motore, perché sotto il ponte, anzi da un miglio prima, non si può navigare a vela.

Si tratta del bellissimo ponte di Rio-Antirio, soprannominato Ponte di Poseidone.
Chiamo un paio di volte col VHF fisso, che è il più potente, Rio Traffic per farmi autorizzare il passaggio. ma non mi risponde.
Nel dubbio provo a chiamarlo con il portatile e mi risponde subito. Farò delle prove, ma ho il sospetto che il fisso sia guasto in trasmissione. In effetti non l’ho usato mai.

Comunque mi assegnano il passaggio fra il pilone 1 alla mia destra e il pilone 3 alla mia sinistra.
Procedo come indicato con il dubbio di non riuscire a passare, anche se so bene che lì il ponte è alto 25 metri. A guardare dal pozzetto l’albero sembra sempre non passare.

Attendo di scostarmi dal ponte un mezzo miglio, riapro il fiocco e comincio ad accostare verso Nord per andare a Lepanto.
Ma il vento è aumentato moltissimo, vicino ai 20 nodi di reale (13 di apparente e quasi 7 di velocità della barca) e comincia a rafficare (l’anemometro ha ricominciato a funzionare).
Sopra Lepanto il cielo è nerissimo, è sovrastata da un temporale.

Prendo 2 mani di terzaroli e rollo un po’ lo yankee. So che con il Sud-Ovest forte entrare nel porto di Lepanto non è consigliato, anche sono solo 20 nodi, forse è meglio se faccio altre 13 miglia e vado a Trizonia, che sarebbe stata la tappa di domani.
Mi metto in rotta per Trizonia e faccio un bel pezzo di strada a 7 nodi, ma poi mi rendo conto che anche il temporale sta muovendosi in quella direzione.

Orzo fino a una bolina stretta e faccio dei bordi tornando indietro verso il ponte. L’idea è giusta, mi allontano dal temporale e lo lascio passare, poi mi rimetterò in rotta. Finora ho preso solo un po’ d’acqua, ma poca.
Lepanto adesso è illuminata dal sole, mi ridirigo là.

Ma non ho fatto i conti con un secondo temporale che spunta dietro. È nerissimo e minaccioso.
Però il vento ha girato, adesso viene da Nord e da Nord Lepanto è ridossato da grandi colline.
Stringo la bolina. Stringo il cordino del Nord-Ovest, che rimane il miglior cappello da pioggia che esista e sotto l’acqua arrivo a Lepanto.

Non entro in porto. Fuori, a Est delle antiche mura che lo cingono, ci sono già 3 barche alla ruota, che mi paio stiano benissimo.
Mi aggiungo e alle 17,30 circa do fondo in 8-9 metri d’acqua, con 45 metri di catena.
A visitare la bella Lepanto ci andrò domani, tanto non mi corre dietro nessuno. Per il momento lasciamo sfogare i temporali che più in là continuano a tuonare fino a sera inoltrata.

Ore motore: 2178
Miglia percorse: 33

 

Náfpaktos ovvero Lepanto
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